Shady Oukhadda è sicuramente una delle sorprese del Modena ‘corsaro’ di questa prima stagione in serie B. Arrivato nel gennaio 2022 dal Gubbio, il terzino italo-marocchino si è ritagliato sempre più spazio e quest’anno si è guadagnato spesso una maglia da titolare, dimostrando di essere in crescita in entrambe le fasi, difensiva e offensiva. “Nelle giovanili del Torino, all’inizio, giocavo difensore centrale, a volte mediano – ci racconta Oukhadda – poi sono stato spostato alla mezzala e in Primavera ho cominciato a fare anche il terzino, il ruolo che rispecchia di più le mie caratteristiche”.
Shady, quando hai iniziato a giocare a calcio?
A cinque anni, nella squadra del mio paesino. Poi a sette sono entrato nel settore giovanile del Padova e ci sono rimasto fino al fallimento della società, quando avevo 14 anni. Essendo svincolato ho fatto diversi provini, tra cui anche uno in Inghilterra, e alla fine ho firmato con il Torino, dove sono rimasto fino a 19 anni vincendo anche una Coppa Italia Primavera.
In Inghilterra?
Si, sono stato due settimane al Wolverhampton e avrei dovuto firmare con loro. Però, non avendo ancora 16 anni, c’erano delle complicazioni. Non sapevo l’inglese e mi avrebbero dovuto affidare ad una famiglia, un po’ come succede con gli studenti. Alla fine non se ne fece nulla. Sostenni anche dei provini con Sampdoria e Atalanta, dove mi avrebbero preso, ma finii per scegliere il Torino, anche perché c’era andato un amico che aveva giocato con me a Padova.
Il tuo esordio tra i professionisti invece dove è avvenuto?
All’Albissola in serie C dove il Torino mi aveva mandato in prestito. Giocavamo in casa a Chiavari, sul campo dell’Entella e perdemmo 3-2 contro l’Olbia. Io in quella partita feci un assist. Non fu una stagione facile. Sul campo ci eravamo salvati, ma la società decise di non iscriversi al campionato e il Torino mi mandò in prestito a Siena. Lì arrivammo ai play off, ma anche in quel caso la società alla fine fallì. L’anno dopo mi prese il Gubbio e all’inizio ero un po’ scettico, viste le esperienze precedenti, ma è andato tutto bene al punto che l’anno scorso mi ha preso il Modena.
Come è nata la trattativa col Modena?
Il mio agente, che avevo cambiato da poco, mi disse che c’era la possibilità di venire a Modena, visto che aveva buoni rapporti con la società e con il direttore Vaira, che tra l’altro io avevo già avuto a Siena. Avevo anche altre richieste, ma quando ho saputo del Modena non ci ho pensato due volte.
Tu hai la doppia cittadinanza, italiana e marocchina?
Io sono nato in Italia, ad Abano Terme, e inizialmente avevo solo la cittadinanza italiana. I miei genitori vennero qui negli anni ’90, prima mio papà poi, circa quattro anni dopo, anche mia mamma. Inizialmente vivevano a Venezia Lido, poi si sono trasferiti ad Abano e adesso abitano a Battaglia Terme, a circa 10 minuti da Padova. Il passaporto marocchino l’ho dovuto prendere più tardi per giocare con la Nazionale.
Se potessi scegliere la Nazionale in cui giocare sarebbe l’Italia o il Marocco?
Sinceramente adesso non te lo saprei dire. Io mi sento italiano, ma allo stesso tempo mi sento anche marocchino. Col Marocco ho fatto tutta la trafila con tornei importanti e le qualificazioni per la Coppa d’Africa, ma ho anche all’attivo una convocazione nell’Italia Under 20. Ricordo che quell’anno c’erano i Mondiali Under 20 e il mister Nicolato, che aveva bisogno di giocatori, mi avrebbe dovuto portare. Solo che tre mesi prima avevo giocato nelle qualificazioni per la Coppa d’Africa col Marocco e per cambiare casacca alla Federazione avrei dovuto dare un preavviso di sei mesi. Alla fine, sempre quell’estate, feci le qualificazioni per il Mondiale Under 23 col Marocco. Ai tempi entrare nella nazionale marocchina era più semplice, adesso invece nel mio ruolo ci sono campioni come Masrawi del Bayern e Hakimi, con cui tra l’altro sono anche amico.
Qual è la tua squadra del cuore?
Da ragazzino ero un tifoso sfegatato del Milan, poi con il passare degli anni, la passione si è affievolita. Adesso guardo tante partite, mi piace vedere del bel calcio, ma un vero e proprio tifoso non lo sono. Tifo Modena.
Il Milan fu l’avversario del tuo Torino in quella finale di Coppa Italia Primavera…
E’ vero, giocammo l’andata al Filadelfia e il ritorno a San Siro, dove vincemmo la Coppa. E’ stata un’emozione incredibile.
E da ragazzino il tuo idolo chi era?
Da piccolo era Cristiano Ronaldo, come per molti ragazzini della mia età. Poi crescendo, visto che avevo iniziato a giocare difensore centrale mi piaceva moltissimo Benatia, essendo tra l’altro anche lui marocchino.
Nel tempo libero cosa ti piace fare?
Sono un amante delle serie Tv, in questo periodo sto guardando la terza stagione di “Mare Fuori” su Rai Play. Non mi piace invece più di tanto la Play Station, preferisco andare fuori con i compagni, magari un aperitivo o una cena insieme. Mi piacerebbe iniziare anche qualche corso per perfezionarmi nel francese, che so già abbastanza bene, e per imparare l’inglese.
A Modena come ti trovi?
Benissimo! Faccio spesso delle passeggiate in centro e a volte la sera vado al cinema. E’ una città in cui si sta molto bene, la gente è accogliente e si respira calcio. Tra l’altro sono anche vicino a casa, per tornare dai miei genitori ci metto circa un’ora e un quarto.
Pratichi o segui altri sport?
Praticare no. Mi piace guardare il tennis, ma soprattutto guardo tanto calcio.
Sui social sei presente?
Si, quello che uso più spesso è Instagram. Sono anche su Facebook o su altri social, ma li uso poco, solo ogni tanto per guardare qualche video.
Se non avessi fatto il calciatore cosa ti sarebbe piaciuto fare?
Bella domanda. Sinceramente non lo so, anche perché fin da piccolo ho avuto la fissazione di arrivare a giocare a calcio e di vivere di questo. Ci ripenserò più avanti, magari tra una decina d’anni.
di Giovanni Botti