Il mondo di Georgia O’Keeffe. Intervista alla fumettista Sara Colaone, l’11 marzo alla Tenda

Appuntamento col fumetto di qualità, venerdì 11 marzo, alle 21, alla Tenda di viale Monte Kosica. L’autrice di fumetti e illustratrice Sara Colaone (foto) presenta il suo ultimo albo uscito per Oblomov, realizzato insieme a Luca de Santis e dedicato alla vita dell’americana Georgia O’Keeffe, una delle artiste più significative del XX secolo.

Sara, il progetto del libro è partito da Parigi, vero?
Sì, ho ricevuto la richiesta dall’editore francese Steinkis di fare una biografia che raccontasse la vita di questa pittrice, in occasione della retrospettiva che si è tenuta lo scorso settembre al centro Pompidou.

Raccontare l’arte attraverso il fumetto è una specialità francese?
In effetti lo fanno anche al Louvre, al Musée d’Orsay. Il linguaggio del fumetto è molto pervasivo, trasversale e può arrivare con freschezza a tante fasce d’età di lettori.

Conoscevi l’opera della O’Keeffe?
Sì, ho studiato arte, ma non era tra le mie preferite. La sfida è stata immergersi in una personalità molto complessa, scavare e andare a fondo, trovando una chiave interessante per raccontarla.

Come si lavora con uno sceneggiatore?
Sono stata io a chiedere a Luca di condividere questo progetto, perché abbiamo un bel rapporto già sperimentato negli anni. Volevo uscire dalla facile etichetta dell’autrice donna che lavora su un’artista donna. Con lui abbiamo cercato di proiettare uno sguardo lucido su una carriera durata più di 90 anni.

In effetti è vissuta tantissimo, è morta a quasi a 99 anni…
È nata alla fine dell’800 ed è morta alla fine degli anni ‘80. Ha incontrato personalità artistiche di varie epoche. Inoltre era una profonda conoscitrice della materia pittorica.

Tu lavori con le immagini. Come si rende in fumetto un’artista che a sua volta si esprimeva per immagini?
Si trattava di trovare una chiave. Mentre il mio segno abituale è abbastanza deciso, qui ho voluto aggiungere una dimensione di sfumatura. Inoltre i quadri non sono una cosa separata rispetto alle vignette; spesso sono forme che stanno all’interno della vignetta. Volevo che i lettori e le lettrici si immergessero in una figura che non faceva differenza tra la vita e l’arte pittorica.

Come ti trovi a lavorare con l’editore Oblomov?
Bene, c’è sempre un grandissimo scambio, una bella corrispondenza di idee e la garanzia di un alto standard di qualità del progetto.

Vivi a Bologna, una sorta di capitale del fumetto italiano. Cos’ha di speciale?
Che ci sono case editrici e l’Università, che a sua volta è un luogo di passaggio dove si creano incontri. A Bologna si viene per studio e si trova una dimensione congeniale, un transito continuo con l’humus giusto. Questo già dagli anni ‘70 in poi, basti pensare a Andrea Pazienza. Anch’io sono friulana e mi sono fermata qui.

Il fumetto ora parla molto al femminile, vero?
Le autrici esistevano anche prima. Oggi si è molto ampliata la platea dei lettori. Molte autrici hanno trovato uno strumento congeniale per raccontare i loro punti di vista. Una specie di fioritura come voci molto interessanti.

di Francesco Rossetti

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