Teatro: allo Storchi, il 28 e 29 aprile, il nuovo spettacolo del portoghese Tiago Rodrigues

(Ph Pedro Macedo)

Da una coproduzione internazionale di quindici teatri e festival, fra cui ERT / Teatro Nazionale, nasce Catarina e a beleza de matar fascistas, il nuovo lavoro di Tiago Rodrigues, autore, attore e regista portoghese, nominato direttore artistico del Festival d’Avignon nel 2021, in scena giovedì 28 e venerdì 29 aprile alle ore 20.30 al Teatro Storchi di Modena. In occasione dello spettacolo, venerdì 29 aprile alle ore 18.00 ERT propone al Teatro Storchi A che punto è la notte? Fascismi e antifascismi nell’Europa di oggi. Tiago Rodrigues incontra il giornalista Gad Lerner in una conversazione su come e dove oggi si nascondono le radici di quei fascismi che hanno cambiato la storia dell’Europa e del mondo. A moderare e commentare l’incontro Metella Montanari, direttrice dell’Istituto Storico di Modena, e Vincenzo Arsillo, traduttore e professore ordinario di letteratura portoghese e brasiliana all’Università di Napoli “L’Orientale”.

Quanto a fondo innervano la società che viviamo? Quali sono le forze che tentano di opporsi? Un’occasione di dialogo che ripercorre l’Europa di ieri e di oggi, interrogandoci sui confini della libertà, della coscienza, della Storia. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con Istituto Storico di Modena e centro EUROPE DIRECT Modena, è parte delle iniziative promosse dal Comune di Modena e il Comitato per la storia e la memoria del Novecento per il 25 Aprile – Festa della Liberazione. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria presso la biglietteria del Teatro Storchi. Con otto interpreti, una sceneggiatura ironica e surreale, arricchita da canti corali e momenti di danza, Catarina e a beleza de matar fascistas si apre su una casa in campagna nel sud del Portogallo, in cui è riunita una famiglia con una particolare tradizione che porta avanti da quasi tre generazioni.

Questa famiglia uccide fascisti – spiega Tiago Rodrigues – è una tradizione per tutti i membri da più di 70 anni. Oggi si sono riuniti in una casa di campagna vicino a Baleizão, un villaggio nel sud del Portogallo. La più giovane, Catarina, sta per uccidere il suo primo fascista, rapito proprio per questo scopo. È un giorno di celebrazioni, di bellezza e di morte. Tuttavia Catarina si scopre incapace di ucciderlo e si rifiuta di farlo. Scoppia un litigio famigliare ed emergono molte domande. Chi è un fascista? C’è posto per la violenza nella lotta per la conquista di un mondo migliore? Possiamo rompere le regole della democrazia mentre cerchiamo di difenderla? Nel frattempo, appare il fantasma di un’altra Catarina. Si tratta di Catarina Eufémia, una bracciante assassinata nel 1954 a Baleizão durante la dittatura fascista in Portogallo. Lo spettro arriva di notte, mentre la famiglia dorme, per parlare con il fascista che aspetta di sapere quale sarà il suo destino oggi”. 

Quello di Rodrigues è un teatro con una profonda vocazione politica. La sua compagnia Mundo Perfeito, creata nel 2003 con Magda Bizarro, ha dato vita negli anni a un linguaggio originale che ha raggiunto una grande popolarità in tutto il mondo, basato sulla sperimentazione di formati di coinvolgimento attivo degli spettatori e sul lavoro di scrittura e riscrittura del verso poetico e dell’azione scenica. Il progetto di Catarina, immaginato poco prima della pandemia, affronta la crescita esponenziale dei populismi nell’Europa contemporanea: partendo dall’attualità e dialogando con gli scrittori che hanno indagato i fenomeni del totalitarismo e della violenza politica nella storia, gli artisti hanno avviato una riflessione sul senso di impotenza di fronte all’autoritarismo e all’ingiustizia e, allo stesso tempo, sulla capacità del teatro di intervenire sulla realtà.

La pandemia ha reso ancora più urgenti questi temi, ponendo nuove questioni: in che modo i demagoghi populisti di estrema destra, già abili nello sfruttare la paura e la miseria, impiegheranno il loro opportunismo di fronte all’emergenza sanitaria e all’inevitabile recessione economica? In quale misura il senso di impotenza delle democrazie si aggraverà di fronte alla retorica di una politica xenofoba e autoritaria che invoca il valore fondamentale della libertà di espressione? Quanto tempo ci vorrà prima che le persone che oggi vivono in democrazia accettino di acconsentire a una dittatura eccezionale per risolvere problemi eccezionali? Lo spettacolo, la cui produzione era stata interrotta dal lockdown e poi ripresa all’indomani della riapertura, ha accolto le suggestioni di un tempo completamente stravolto, in cui catastrofismo e iperrealismo hanno rischiato di imprigionare la creatività, per accogliere una sfida: proiettare il racconto in un futuro prossimo, immaginando i mesi a venire fra distopia e nuove prospettive possibili.

Forse in momenti come questo in cui viviamo ogni giorno disorientati e confusi, immersi in una nebbia che non ci permette di vedere il futuro – afferma Tiago Rodrigues – è il momento per il teatro di usare le sue peculiarità e di trasportarci in un tempo che offra una visione più chiara dei giorni, dei mesi e degli anni che ci aspettano. Invece di basarci su riferimenti chiari al presente e alla realtà, crediamo che il modo migliore per parlare di cosa sta succedendo ora sia quello di usare l’immaginazione per il prossimo futuro. Non solo come reazione a una mancanza di poesia nelle vite di tutti di noi di ogni giorno, ma anche perché gli argomenti principali di questo spettacolo si sono spostati improvvisamente verso il futuro. Virginia Woolf ha scritto che crescere significa perdere alcune illusioni per acquisirne altre. In un certo senso, questo periodo di lockdown per l’intero team di Catarina e a beleza de matar fascistas è stato un periodo di crescita. Se i cambiamenti accelerati e globali di cui stiamo facendo esperienza ci hanno fatto perdere alcune delle illusioni a cui stavamo dando forma nello spettacolo, il bisogno di guardare al teatro collettivamente ci ha fatto proiettare nel futuro, aggiungendo nuove illusioni. Le illusioni di oggi non sono necessariamente meglio di quelle di ieri, ma sono più urgenti e sentite. Arundhati Roy ci dice che i dettagli saranno differenti. Apparterranno al nostro tempo. E il nostro tempo è cambiato“.

 

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