Ciacarare Modenese. Il sommo piacere: lo sgrisore lungo il cudrone

Reazione epidermico-sentimentale di emozionale illanguidirsi, sperimentabile nella parte alta della colonna vertebrale (il cudrone di cui sopra) a seguito di improvvisi e inaspettati godimenti. Lo sgrisore lungo il cudrone è forse l’esperienza, seppur di breve durata, più appagante di tutta l’esperienza vitale dell’essere umano il quale, divenendone schiavo, nel disperato tentativo di replicarlo può ritrovarsi suo malgrado in situazioni perniciose come dipendenza da droghe, dipendenza da donne professioniste, dipendenza da scialacquo economico, matrimonio. Lo sgrisore è accostabile ad una bizzarra forma di ‘fusa umane’, in relazione a quelle feline, capaci di condurre verso un’estatica beatitudine con relativa piloerezione alla base del cranio a cui, in casi di particolare sensibilità, può seguire anche una diversa pelo-erezione o addirittura una palo-erezione.

Lo sgrisore scatta automatico, in soggetti con un minimo di sensibilità, soprattutto a seguito di ricordi di trionfi esistenziali passati, belle serate con gli amici, vittorie sportive, ritrovamenti di banconote sul marciapiede, disgrazie altrui, decessi di professori odiati ai tempi della scuola, vittorie elettorali, fornicazioni con mogli di odiati colleghi, tipe che gliel’hanno data senza un perché, prime slinguazzate adolescenziali al gusto di Big Babol su altalene cigolanti al chiaro di luna agostano al suono di Too Much Heaven dei Bee Gees o altre melliflue canzoni pop. Gli sgrisori-boosters infatti sono naturalmente le canzoni, incastonate nella libido sentimentale del soggetto, che al loro apparire radiofonico neuro-trasmettono pulsioni orgasmiche alla base del retro-collo per svariati motivi che vanno ricercati nell’ archivio del piacere sito nella nostra poltiglia grigia, archivio che, con il passar del tempo, si svuota progressivamente fino a riempirsi di oscuro e immobile nulla. Gli sgrisori vanno goduti finché si presentano, fino al definitivo terminal-sgrisor che ci condurrà direttamente tra le braccia del Padre o di chi ne fa le Onnipotenti veci.

di Stefano Piccagliani

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