“Gigetto” va garantito e migliorato, il punto della situazione sulla linea Modena-Sassuolo

Il destino della linea Modena-Sassuolo e del trenino Gigetto è incerto ed è argomento di discussione. Da un lato la Regione programma investimenti con molti zeri, ma contemporaneamente qualcuno parla di dismissione. Facciamo il punto della situazione con Simona Arletti, consigliere comunale e responsabile della sostenibilità per il Pd provinciale.

A fine anno lei ha presentato in Consiglio un’interrogazione sul futuro di Gigetto. L’Assessore Giacobazzi ha risposto che il servizio non sarà abbandonato e che la Regione investirà oltre 11 milioni. La risposta la tranquillizza?
No, non mi tranquillizza. Come Pd, siamo preoccupati perché i disservizi continuano. La responsabilità è in capo alla Regione, essendo la tratta gestita da Fer, e gli impegni non sono stati mantenuti. Anche ieri (ndr, 4 gennaio) è saltata la linea, è inaccettabile e qualcuno dovrà risponderne. Nel contratto tra l’Agenzia per la Mobilità di Modena e Seta, se ci sono disservizi, ci sono penali e il gestore ne risponde. Dobbiamo esigere lo stesso da Fer. Gli utenti chiedono mezzi confortevoli, puntualità e sicurezza a bordo. Gli 11 milioni di investimenti entro il 2019 sicuramente miglioreranno la tratta, ma dobbiamo scontare 10 anni di sottovalutazione da parte della Regione.

Quanti utenti viaggiano ogni anno su Gigetto?
Circa 700.000. In un’epoca di disoccupazione e povertà, garantire un servizio pubblico che non obblighi le persone all’acquisto di un’auto e alla sua manutenzione, entrambi impegni costosissimi, è un atto di giustizia sociale.

Non pensa che, in generale, l’automobile sia un mezzo da abbandonare sempre più, guardando alla sostenibilità, in città e fuori?
L’auspicio è certamente che possa diventare un mezzo per spostarsi anche in città, ma, in quanto treno, ha delle rigidità, è una monorotaia con tempi di frenata lunghi. Occorre un mezzo più leggero, che parta e freni agilmente, come un tram ad esempio. E questa è una delle ipotesi interessanti nello studio della Camera di Commercio, anche se comporta grossi investimenti, circa 80 milioni. Noi, ora, dobbiamo lavorare perché il treno rimanga e funzioni bene, ma senza smettere di analizzare soluzioni alternative, in vista di una mobilità il meno possibile individuale.

Mobilità individuale che scatena situazioni surreali. Orario di punta su via Emilia, Nonantolana o in tangenziale: uno per macchina, tutti allineati e tutti spesso fermi o quasi…
Nei paesi più avanzati le infrastrutture e il trasporto pubblico sono priorità. La mobilità delle persone non si può ignorare, perché oggi non esiste più il lavoro sotto casa. Bisogna governare la domanda di mobilità dando servizi pubblici che facciano scegliere alle famiglie almeno di non comprare la seconda o, addirittura, la terza auto. Inutile ricordare la nostra qualità dell’aria e le polveri sottili…

Aspettando il 2019, quali sono gli interventi a breve su Gigetto?
Lavorano per allungare le banchine e permettere l’uso di quei famosi treni Ale che hanno dato problemi fin da subito e stanno lavorando anche sulla comunicazione, per cui in stazione, dai led luminosi, leggeremo l’arrivo del prossimo treno. Sarebbe un errore rinunciare a quel trenino, come fu un errore negli anni ’50 rinunciare ai tram in favore dei bus. Prima di dismettere linee che permettono un’autonomia dal traffico veicolare, bisogna andarci molto piano. Dobbiamo fare il possibile per far funzionare la linea e lavorare per riconquistare gli utenti persi in anni di disservizi, garantendo puntualità e sicurezza.

Io ho provato a prendere Gigetto per andare a Baggiovara. Un’avventura per cui alla fine mi sono arresa e son tornata con l’autobus. Orari incomprensibili, pensilina in desolante stato di abbandono. Peccato…
Negli 11 milioni di investimenti ci sono in effetti anche le pensiline ma la nota negativa è che dal fondo nazionale sul trasporto saranno tagliati 12 milioni di euro all’Emilia Romagna. Togliere risorse al trasporto pubblico significa spingere le persone verso la mobilità privata. Sono scelte che mi preoccupano molto perché non riconoscono che il trasporto pubblico ha un costo ma è assolutamente necessario nella modernità. Non esiste modernità senza mobilità collettiva.

Concludendo e nonostante tutto, facciamo il tifo per Gigetto? Non va rottamato…
Sì, anch’io sono affezionata a quel trenino! Spero che, con adeguati finanziamenti, si possa garantire ai pendolari di usare al meglio questo mezzo. I comuni di Modena e Sassuolo stanno lavorando ai PUMS (ndr, piani urbani di mobilità sostenibile), che contengono ovviamente anche quella tratta. Sono uno strumento complesso ma innovativo, per migliorare le connessioni tra comuni in direzione della sostenibilità.

di Patrizia Palladino

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