Lapam: nel 2020 fatturato giù in media del 16,1%. A picco ristorazione e immobiliare

Foto Lapam

“Spesso le ricerche sono effettuate a campione, in questo caso l’Ufficio Studi dell’associazione ha preso in esame i dati reali delle nostre imprese associate. E i dati reali confermano quello che temevamo: il fatturato nel 2020 è calato profondamente rispetto al 2019 e solo un terzo delle imprese potranno godere dei fondi del decreto Sostegni. Ma la cosa più importante è tornare a lavorare, solo questo potrà salvarci”.

Carlo Alberto Rossi, segretario Lapam, commenta così i dati forniti dall’Ufficio Studi dell’associazione. Il campione scelto è molto ampio e, appunto, molto concreto: l’ufficio studi ha, infatti, scelto 5.248 imprese di Modena e Reggio Emilia tra quelle per cui l’associazione fornisce servizi di contabilità. Di queste più di 4mila imprese sono della provincia di Modena e un migliaio circa di Reggio Emilia.

Fatturato giù

Durante il 2020 il campione di imprese sopra descritto ha emesso fatture per 908 milioni di euro, in calo del 16,1% rispetto al 2019, anno in cui il valore raggiungeva 1 miliardo 83 milioni di euro. Bel l’89,9% del fatturato perso si è concentrato nei mesi di marzo-aprile-maggio e dicembre 2020.

“I cali maggiori sono quelli di marzo, -28,6% rispetto allo stesso mese del 2019, aprile con un tracollo del 49,9% e maggio, con un -22,5%. Ma anche a dicembre, in corrispondenza con la seconda ondata e dopo i leggeri recuperi di agosto, settembre e ottobre (con una crescita di poco superiore al 3% di media), il dato è molto negativo, con un -14,7%”.

Tra i 14 principali settori di attività più rappresentative del campione (che contano oltre 100 imprese) le attività con un calo del fatturato medio per impresa più ampio sono quelle dei servizi di ristorazione (-35,7%), le attività immobiliari (-27,2%), gli studi di architettura e ingegneria e di collaudi e analisi tecniche (-26,8%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (-26,3%), l’assistenza sanitaria privata (-22,5%) e la fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) (-21,3%). La variazione media dell’intero comparto manifatturiero si attesta invece al -14,7%, più accentuata rispetto alla variazione del comparto costruzioni che si ferma al -10,7%.

Chi avrà i sostegni

Ma il dato forse più significativo analizzato dall’associazione riguarda le imprese che avranno accesso al decreto Sostegni, quelle che hanno perso almeno il 30% del fatturato. Le realtà del campione Lapam vedono un 29,1% in questa situazione, a fronte di un 31,8% che ha visto il fatturato crescere e di un rimanente 38,1% che hanno perso meno del 30% (il 14% tra 0 e 10, il 13,8% tra 10 e 20 e l’11,3% tra 20 e 30) e resteranno a bocca asciutta. Tra le imprese che avranno l’indennizzo l’8,7% ha perso tra il 30 e il 40, il 6,3% tra il 40 e il 50 e ben il 14,2% (più di una impresa su sette) ha perso oltre il 50% del fatturato.

A spulciare tra le categorie rappresentate con più di 100 imprese l’analisi Lapamevidenzia come ben il 58% dei servizi di ristorazione avranno un indennizzo, segue il 43,6% delle imprese della moda. Molto alte le percentuali anche di studi professionali tecnici, della costruzioni e edifici (35,3%) e dell’ambito degli studi sanitari quali fisioterapisti, odontoiatri e dentisti, piuttosto che altre realtà sanitarie (31,3%). Prenderanno i ristori solo poco più del 20% delle attività commerciali, sia al dettaglio che all’ingrosso.

Alcuni esempi

È molto interessante vedere alcuni esempi concreti di quanto riceveranno alcune tipologie di imprese a seconda del calo di fatturato, messi in evidenza. Un’impresa di costruzioni passata da 580mila a 300mila euro di fatturato (calo del 48,2%) riceverà poco più di 9.300 euro; una lavanderia passata da 85mila a 57mila euro (-32,6%) riceverà poco meno di 1.400 euro. Ancora una parrucchiera passata da 93mila a 56mila euro avrà circa 1.850 euro; mentre un bar passato da 95mila a 67mila euro, con un calo del 29% non percepirà nulla. Infine un self service di ristorazione che aveva fatturato nel 2019 683mila euro e nel 2020 414mila (-39,4%) percepirà un ristoro di quasi 9mila euro.

Somme comunque contenute rispetto ai pesanti cali, con la beffa per chi ha solo sfiorato il 30% di calo di non avere alcun aiuto dal decreto Sostegni.

Il commento

Il segretario, Carlo Alberto Rossi, conclude con un paio di appunti molto importanti: “Il dato complessivo del campione presentato rappresenta una media di singole variazioni anche molto diversificate tra loro: quasi un terzo delle imprese registra incrementi di fatturato nel 2020 rispetto al 2019, mentre altrettante ha cali superiori al 30% del fatturato. A dimostrazione del fatto che c’è chi ha potuto lavorare e crescere a fronte di chi è stato costretto, dalle restrizioni dovute alla pandemia, chiudere e contrarre in modo significativo attività e fatturato. Ma resta l’ingiustizia per chi, avendo perso una grande percentuale (oltre il 20% del fatturato ma entro il 30%) non avrà nulla.

Il dato analizzato, inoltre, differisce significativamente dal calo di fatturato del -26,1% stimato dagli imprenditori durante la terza edizione della ricerca ‘Effetti del coronavirus sulle MPI emiliano-romagnole’. Questo è dovuto sia al periodo di rilevazione del sondaggio, che è stato realizzato a inizio febbraio 2021, in cui non erano ancora stati chiusi i bilanci 2020 (mentre questa indagine conclusa in questi giorni contiene i numeri definitivi del 2020), sia dall’effetto amplificatore sulla percezione individuale che la crisi sanitaria ha avuto”.

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