Serata Mo.Ma al Kyi, ecco un’altra testimonianza

La questione della presunta discriminazione razziale alle serate Mo.Ma del 6 e 13 gennaio è destinata a tenere banco ancora a lungo. E’ infatti notizia di oggi che Abi Zar, uno dei ragazzi coinvolti negli eventi, ha pubblicato un video dove si sente la registrazione della presunta disposizione dell’agenzia nei confronti degli stranieri. Sarà compito delle forze dell’ordine stabilire l’autenticità di questo audio.

Dopo la testimonianza di Jeffrey Boateng, uno dei ragazzi destinatari della “fila alternativa” (vedi qui), raccolta dalla nostra redazione qualche giorno fa, un’altra persona presente quella sera ha gentilmente accettato di raccontarci l’accaduto. Stiamo parlando di Mara Mezzani, la ragazza che la sera di venerdì 6 gennaio è giunta al Kyi in compagnia di Jeffrey e di un altro amico. Mara è entrata subito, senza problemi, ma è rimasta comunque indignata per il trattamento riservato ai suoi amici.

Mara, mi spieghi cosa è successo la sera di venerdì 6 gennaio?

Avevamo deciso di andare a ballare al Kyi, come avevamo fatto altre volte in precedenza. Io personalmente ci sono andata molto spesso, sono una frequentatrice abituale. Quando siamo arrivati io sono entrata subito, dato che nella fila riservata alle ragazze c’era poca gente. I minuti passavano e Jeffrey e l’altro mio amico non si vedevano. In compenso continuavano a entrare ragazzi che quando siamo arrivati non c’erano. Ho chiamato Jeffrey e mi ha spiegato che erano stati  messi in un’altra fila, quella riservata agli extracomunitari. Questa risposta mi ha sconvolto, si trattava di una cosa mai successa in precedenza. Finalmente dopo circa dieci minuti ho visto entrare i miei amici. In seguito, all’interno del locale, ho incontrato altri due miei amici che mi hanno confermato che anche loro erano stati costretti a passare per la fila degli extracomunitari. Uno di questi ha pagato 25 euro per entrare.

All’interno del locale hai chiesto spiegazioni a qualcuno dello staff del Mo.Ma?

Mentre aspettavo l’ingresso dei miei amici ho parlato con un ragazzo che conosco. Gli ho chiesto se reputava normale creare una fila apposita per gli extracomunitari. Diciamo che mi ha fatto capire che anche lui non lo riteneva giusto ma non poteva farci nulla. Anche altri componenti dello staff hanno detto chiaramente che questo provvedimento è ingiusto.

Tu sei una cliente abituale del locale, avevi mai assistito a episodi del genere prima di quella sera?

Non avevo mai assistito a nulla del genere. Da quel che so si tratta di una disposizione che ha preso il via con il nuovo anno. Tutte le volte che ci sono andata non ho mai visto qualcuno a cui veniva negato l’accesso.

Prima di questo fatto ti sei sempre trovata bene alle serate organizzate dal Mo.Ma?

Si, assolutamente. Non si sono mai verificati episodi particolarmente gravi. I prezzi sono anche buoni perchè le ragazze, ad esempio, pagano un euro. Tra l’altro so che volevano migliorare la qualità degli alcolici serviti e valorizzare i clienti che entravano in tavolo.

Dopo questa esperienza hai intenzione di tornare alle serate Mo.Ma?

No, in primis per una questione morale. Poi mi sono esposta con un post su Facebook in cui criticavo apertamente ciò che era successo. So che alcuni dello staff hanno letto e non hanno gradito, dunque preferisco non tornarci più. Nessuno mi ha detto nulla apertamente, lo preciso, però so che non l’hanno presa bene.

Hai parlato con altri tuoi amici di questa faccenda?

Si, con alcuni di loro. Tutti quanti sono concordi nel ritenere assurdo questo provvedimento. Nessuno però si è esposto con frasi del tipo “Non ci andrò più” oppure “Continuerò comunque ad andarci”. Diciamo che il venerdì sera per gli amanti della discoteca non presenta molte alternative. L’unica altra serata è organizzata dal Tube.

Saresti disposta a riportare la tua testimonianza davanti a un giudice?

Non avrei alcun problema a ripetergli queste cose. Sto dicendo la verità, dunque non ho nulla da nascondere. Ho scritto il post su Facebook proprio per esprimere la mia indignazione sull’accaduto, con la speranza di non dover più assistere a episodi di questo tipo. Non andrò di mia iniziativa, ma qualora mi dovessero chiamare andrei senza problemi.

La nostra redazione ha provato a contattare anche i componenti dello staff del Mo.Ma affinché potessero raccontare la loro versione. Tuttavia, al momento, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. A oggi la posizione ufficiale del Mo.Ma resta quella chiarita nel post sulla pagina Facebook in data 14 gennaio 2017, che di seguito riportiamo:

Scriviamo il presente messaggio perché mossi dalla polemica che abbiamo visto prendere toni sempre più accesi sui social in queste ultime ore. In altri casi avremmo preferito lasciar perdere per non dare ulteriore adito a delle voci che sono faziose e infondate, ma data la gravità delle imputazioni e la nostra totale estraneità e infondatezza intendiamo chiarire la nostra posizione una volta per tutte: ci riferiamo, ovviamente alle assurde accuse di razzismo verso la nostra struttura.

Siamo quindi a precisare che il MO.MA. ha sempre avuto due principi fondamentali: il primo – la creazione di un ambiente accogliente e divertente per un pubblico universitario trasversale, e abbiamo sempre puntato a includere piuttosto che a escludere; e secondo ma non meno importante – il rispetto verso ogni persona e cliente e, come molti nostri amici, collaboratori e clienti abituali possono confermare, qualsiasi sia la sua provenienza o etnia, come è evidente anche dalle foto del locale, accessibili online.

Siamo quindi sorpresi da un’accusa che non ha senso, è grave e ci offende per l’impegno professionale che mettiamo in questo lavoro e in questa organizzazione da anni, accusa nata probabilmente da una molto più comune incomprensione all’ingresso del locale.

Ingresso che, per altro, è gestito da persone altamente professionali, in grado di fornire qualsiasi informazione il cliente desideri ricevere come ad esempio che, come in molti locali della zona, vi sono file dedicate ai clienti in lista, file dedicate ai clienti che hanno prenotato un tavolo e file dedicate a chi, non avendo effettuato prenotazioni pagherà il biglietto “intero” per accedere.

Non c’è nessun intento discriminatorio da parte nostra ma solo il tentativo di premiare e privilegiare i clienti più affezionati che si mettono in lista per entrare o che arrivano prima di un determinato orario.

Confidiamo di poter avere un confronto più maturo con chiunque abbia avuto dei disservizi in passato e di poter lavorare insieme per risolvere eventuali incomprensioni.

In ultimo, visto l impegno professionale che molte persone dedicano a questo progetto non tollereremo quelle che sono, a tutti gli effetti, delle calunnie e in caso tornassero a ripetersi affideremo la questione al nostro legale di fiducia.

Di Mattia Giovanardi

 

 

 

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