Viva Vittoria: una coperta per dire basta alla violenza sulle donne

La violenza sulle donne si può combattere anche con una coperta fatta a mano. A Modena e in molte altre città d’Italia, migliaia di persone stanno lavorando da mesi a uncinetto e ai ferri per un progetto che si chiama Viva Vittoria. Francesca Stefani di ‘Fili di vita’, un gruppo accomunato dalla passione per il lavoro a maglia, ci spiega di cosa si tratta.

Francesca, iniziamo dalla fine? Cosa succede il 12 marzo in Piazza Grande?
Il 12 marzo ci auguriamo sia una giornata indimenticabile per Modena, speriamo in una piazza viva e piena di persone. Già all’alba del 12, una catena umana inizierà a stendere a terra, su dei teli, le coperte e alle 9 inizia la vendita. Quella domenica sarà una festa, ma anche il momento in cui Modena potrà partecipare e aiutare la Casa delle Donne acquistando le coperte. Stiamo pensando anche ad alcuni eventi all’interno dell’evento…

Le coperte che copriranno Piazza Grande sono fatte a mano. Come si può partecipare a questo progetto?
Bisogna creare dei quadrati di 50×50 cm, a uncinetto o ai ferri, con qualsiasi colore e lavorazione, mettendo la propria firma sul dritto del lavoro, in basso a sinistra, per rappresentare il proprio NO alla violenza sulle donne. I quadrati, poi, si consegnano al laboratorio di via San Carlo 26 o si spediscono al negozio Dritto e Rovescio in P.le San Francesco 144, Modena. Con quattro quadrati cuciti insieme si fa una coperta. Coprendo la piazza, vorremmo mostrare alle persone che cosa si può fare quando c’è unità di intenti e forza di volontà.

Obiettivo finale è aiutare la Casa delle Donne contro la violenza e il ricavato della vendita andrà alle loro attività…
Sì, i soldi che verranno donati, acquistando le coperte, serviranno ad aiutare le donne, vittime di violenza, a ritrovare la loro autonomia e a reinserirsi nella società.

Quante le coperte pronte e quante ne servono ancora per coprire la piazza?
Siamo oltre la metà delle coperte necessarie, speriamo vivamente in un rush finale e che il progetto si diffonda ancora di più, che ancora più persone ci aiutino!

L’idea di Viva Vittoria arriva da Brescia. Il gruppo ‘Fili di vita’, di cui fai parte, l’ha portata a Modena. Come è nata la collaborazione?
Il progetto è nato nel 2015 da un’idea di Cristina Begni che oggi segue le tante iniziative che hanno preso piede in Italia. Cristina voleva fare qualcosa di concreto e così è nato un progetto come questo, che porta le persone a mettersi insieme per creare una coperta, una cosa che si vede e si tocca e che unisce nel profondo. Conoscevamo da tempo Viva Vittoria e, quando ci siamo sentite pronte come gruppo, abbiamo cercato di portarlo a Modena. Speriamo che vada bene e di poter ripetere. I primi quadrati sono arrivati dalle clienti di Dritto e Rovescio, poi si sono unite tantissime altre persone e adesso siamo una bella community che continua ad espandersi…

Raccogliere fondi e sensibilizzare sul tema: questi i due pilastri del progetto?
Sì, volevamo creare qualcosa con le mani ma anche delle relazioni. Le ingiustizie e la violenza sulle donne non si possono più tollerare, dobbiamo imparare a riconoscerle e a reagire. La violenza non è solo quella fisica, ma anche quella che nasce dalla disparità di genere annidata nelle nostre teste.

Chiara Ferragni ha scelto di devolvere il suo compenso di Sanremo ai centri antiviolenza. Un gesto che aiuta a cambiare la mentalità o svanisce con il festival?
Io penso che lei lo faccia perché ci crede ma anche per un ritorno di immagine. Chi può è doveroso che dia il suo contributo, ma non possiamo scaricare la responsabilità sulle persone famose. Tutti noi dobbiamo stare molto attenti a un certo modo svilente di percepire le donne. Ognuno deve vegliare su se stesso e sugli altri.

Un riferimento per chi volesse mettersi in contatto con voi?
Gli orari dello spazio di via San Carlo 26 si trovano sui social di Viva Vittoria Modena e come numero di telefono diamo quello di Tiziana del negozio Dritto e Rovescio, il 339/8008202. Vorrei però sottolineare due cose… una che abbiamo bisogno di ricevere altri quadrati e due che il 12 marzo aspettiamo tutti in piazza Grande!

di Patrizia Palladino

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