Ciacarare Modenese. Per riportare l’ordine in famiglia: la zèngia

Zèngia: in italiano cintura, nello specifico cintura dei pantaloni. La Z in zèngia è aspra, va pronunciata come se fosse preceduta ta una T (vedi tzèngia). E’ permesso sc’iattinare nell’esercizio della pronunzia: alcuni sputacchi altro non faranno che sottolineare la perentorietà tenebrosa del vocabolo. In soldoni, quando uno va su a cavarsi giù, si toglie la zèngia dai pantaloni prima di sfilarseli. Esempio colloquiale: ‘Da quànd a g’hò la panza da bèra an g’ho piò bisàign ed zuntèr di bus a la zèngia: el brèghi el stàn sò da per lòr’. Ma quello che ci interessa maggiormente è il significato educativo e pedagogico che risiede nel termine: la zèngia infatti fu utilizzata, sia direttamente sia in senso simbolico, come raddrizzatore comportamentale di numerose generazioni, prima che le mollezze del politicamente corretto e le minacce di conseguenze legali ne decretassero il declino. Ai bei tempi andati d’na volta, quando ‘la gioventù erano educati e micca diventati tutte delle case con quei tatuaggi e le mas’cine tutte mezze nude anche a scuola che poi mettono le foto a tutte nude inzèma a internet’ (cit.), la zèngia rappresentava la ratio, neanche tanto estrema, grazie alla quale il padre di famiglia, spesso rientrante alla maison dopo ore di stravecchi e mazzini in osteria e un rapido scarico di tensione in casino, riportava l’ordine in famiglia anche soltanto accennando il gesto di levarsi la cinghia, la minacciosa zèngia, al che tutti i puntini del delicato menage famigliare sarebbero tornati magicamente sulle i. Nel caso l’ordine tardasse a ristabilirsi, ecco che il severo ma giusto patriarca pronunciava la frase che rappresentava il codice di avvertimento: ‘dèvia cavérem la zèngia?’. Se anche con questo ammonimento non si fosse riusciti a riportare il pieno rispetto delle regole, allora occorreva calcare la mano giocandosi il carico per la strozzata definitiva: ‘dèvia cavérem la zèngia da la pert ed la fèbia?!?’ Ovvero ‘devo togliermi la cintura (e usarla) dalla parte della fibbia’?

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