Cinema, la recensione di “Sir Gawain e il Cavaliere Verde” di David Lowery

Foto Wikipedia

“Sir Gawain e il Cavaliere Verde”, di David Lowery

All’interno del mastodontico catalogo delle uscite streaming, alcune volte si possono trovare gemme di rara bellezza. E’ proprio questo il caso di “Sir Gawain e il Cavaliere Verde” (il titolo originale è il più diretto “The Green Knight”) di David Lowery e uscito lo scorso 16 novembre sulla piattaforma Amazon Prime Video. Inizialmente non era stato concepito come un prodotto da distribuire online ma, a causa dei continui rimandi dovuti all’emergenza Covid, la casa di produzione A24 ha deciso di puntare sul colosso Amazon, sempre molto attento ad alternare opere di intrattenimento ad altre più autoriali.

La pellicola di Lowery appartiene al genere dark-fantasy con tinte gotiche ed è tratta dall’omonimo poema cavalleresco appartenente al ciclo arturiano. Il giovane cavaliere Gawain (Dev Patel), nipote di Re Artù (Sean Harris), viene sfidato a duello dal gigantesco Cavaliere Verde il quale prima però lo ammonisce: qualsiasi colpo gli venga inferto, lui dovrà restituirlo indietro ad un anno esatto da quel giorno. E così Gawain, dopo aver passato tutto questo tempo nella paura, parte alla volta della Capella Verde, nella quale troverà ad attenderlo il suo inesorabile destino.

Nell’epoca in cui il cinema punta molto sui dialoghi e sulle frasi ad effetto, l’opera di Lowery invece preferisce scegliere la strada della narrazione per immagini. Infatti, in tutto il film non c’è un dialogo che risalta rispetto agli altri o che sia degno di nota, ma bensì tantissime splendide immagini e inquadrature che fanno di questa pellicola un piccolo grande capolavoro. La fotografia è ricercatissima e cambia a seconda dello stato d’animo del protagonista e delle assurde vicende che gli capitano durante il suo cammino di redenzione. Inoltre, Lowery è stato bravissimo a non proporci l’ennesimo film sul ciclo arturiano, ma una rilettura più moderna del classico poema cavalleresco: Gawain non è il solito eroe senza macchia e senza paura, anzi è proprio quest’ultima la sua più grande rivale, che lo accompagnerà per quasi tutta la pellicola, fino al sconvolgente ma bellissimo finale.

di Mattia Amaduzzi

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