Dischi: “Triplicate”, il Bob Dylan-Sinatra fa tris

Bob Dylan – “Triplicate”

Il più grande cantautore di sempre che registra un album triplo con sole cover di standard dopo averne già pubblicati altri due. Detto così potrebbe sembrare un controsenso, ma diventa assolutamente normale se il personaggio in questione è Bob Dylan. Il fresco premio Nobel, ancora una volta, ha fatto esclusivamente quello che ha voluto e ha risposto, a chi gli consigliava di di porre fine al suo periodo da crooner, con un album monumentale tutto di standard che, essendo triplo, è stato intitolato “Triplicate”. Una scelta discutibile (confesso di non aver troppo amato i due precedenti lavori del Dylan versione Sinatra), ma in linea col personaggio. Ascoltando le 30 canzoni di “Triplicate”, divise in tre parti ciascuna con un titolo differente, la prima cosa che si nota è un Bob Dylan più intonato del solito e, in alcuni casi, quasi a suo agio con materiale apparentemente lontanissimo da lui. Alla lunga però la sua voce ruvida e abbastanza monocorde, usata per questo tipo di musica, finisce per annoiare. I suoni, è vero, sono bellissimi e alcune canzoni dei classici immortali (“As time goes by”, “Stardust”, “Sentimental Journey” tra le tante), ma da Dylan ci si aspetta altro e altro sa fare meglio. L’ennesimo divertissement in attesa del vero seguito di “Tempest”.

di Giovanni Botti

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