Alcuni storici del ‘900, tra cui Luigi Simeoni, hanno definito il duca Francesco I d’Este ‘il più notevole principe italiano del Seicento’. Di sicuro fu un personaggio molto importante per lo sviluppo della città di Modena a cui diede la dignità della capitale di stato. A lui lo scrittore modenese Carlo Previdi ha dedicato una vera e proprio biografia, intitolata “Francesco I D’Este, il principe Eroe”, edita da Il Fiorino. “Su Francesco I era stato scritto spesso ma in modo indiretto – spiega Previdi – all’interno di opere più ampie sulla storia di Modena o dell’Arte Barocca. C’è anche un libro del ‘600 di padre Gamberti, ma non qualcosa di recente sulla sua vita e sulle principali cose che ha fatto. Io ho cercato soprattutto di riempire un vuoto”.
Francesco I era un principe guerriero o un mecenate?
Entrambe le cose. Sicuramente era un mecenate visto che amava circondarsi di uomini di cultura. Alla sua corte lavorarono letterati come Tassoni, Testi e Graziani, fu ritratto dal Velasquez e il suo busto realizzato dal Bernini è stato considerato, da molti esperti, il capolavoro dell’arte Barocca. Fu però anche un principe guerriero, che partecipò a diversi scontri armati in prima persona, rimanendo ferito. Spesso viene definito “Eroe Guerriero”, perché era molto coraggioso al punto che, in una certa fase della sua vita in cui, dal punto di vista diplomatico, si era avvicinato alla Francia, venne nominato dal cardinale Mazzarino e da Luigi XIV generalissimo delle truppe francesi in Italia. Inoltre è stato definito anche “Eroe Cristiano”, perché aveva saldi principi cristiani.
Per Modena invece che duca è stato?
E’ stato il primo duca, dopo il trasferimento della capitale estense da Ferrara nel 1598, a nascere a Modena, quindi era modenese a tutti gli effetti e aveva un legame profondo con la città. Nonostante abbia dedicato gran parte della sua vita a cercare di recuperare Ferrara, ha avuto il merito di dare a Modena la dignità di un’autentica capitale di stato, realizzando opere straordinarie, in primis il Palazzo Ducale, da lui costruito e poi ampliato dai suoi successori. E ancora la Palazzina Vigarani, il Palazzo Ducale di Sassuolo, capolavoro dell’arte barocca, il santuario di Fiorano e tante altre opere. Inoltre lo possiamo definire ‘il padre’ della Galleria Estense. Fu infatti lui che, da grande appassionato di arte, fece convogliare a Modena alcune delle opere italiane più belle per costruire, all’interno del Palazzo Ducale, la Galleria che oggi si può visitare a Palazzo dei Musei.
All’interno della Galleria Estense c’è tuttora il celebre busto del Bernini…
Ma guarda, la cosa curiosa è che Bernini non poté ritrarre Francesco I di persona, perché per motivi diplomatici, a Roma non ci andò mai. Il busto venne realizzato utilizzando un suo ritratto dipinto da un pittore fiammingo, ma anche attraverso le descrizioni e le pressioni di suo fratello, il cardinale Rinaldo, sul Bernini. Questi si convinse di non aver fatto una grande opera e scrisse a Francesco I una curiosa lettera di scuse. In realtà il duca ne fu entusiasta e la pagò al suo autore 3 mila scudi, la stessa cifra che aveva ricevuto dal Papa per la fontana dei 4 Fiumi di piazza Navona.
La Modena del Seicento che città era?
Prima di diventare capitale era una delle principali città del territorio Estense. Aveva un’impostazione ancora medioevale, era una città abbastanza disordinata, sporca e, a livello italiano, non molto importante. Anche con i primi duchi, Cesare d’Este e Alfonso III, non cambiò granché. Francesco I ebbe il merito di rilanciarla e di farle assumere un’importanza consistente.
Un principe mecenate, guerriero e religioso. Ma che altre caratteristiche aveva Francesco I?
Era molto appariscente, amava farsi notare, ma allo stesso tempo dava udienza a tutti i suoi sudditi, anche ai più poveri e disagiati. E poi, in un’epoca in cui i tradimenti coniugali tra nobili erano all’ordine del giorno, sembra che non abbia mai tradito le sue tre mogli. Ebbe anche delle caratteristiche negative. Ad esempio si dice che fosse impulsivo e poco riflessivo e che spesso abbia fatto il passo più lungo della gamba.
Che ricerche hai fatto per questo libro?
Mi sono documentato su diversi volumi precedenti di storici o storici dell’arte, ma ho avuto anche la fortuna di poter consultare una serie di documenti dell’epoca e fare ricerche personali. Ho cercato di fare uno studio a 360° per dare un’immagine del personaggio il più veritiera possibile.
di Giovanni Botti