Galleria Estense, un museo sempre in movimento: intervista alla direttrice Martina Bagnoli

Sono diverse le novità che la Galleria Estense propone per questa primavera di ripartenza: dalla mostra “Illustrissimi. Autografi celebri e storie curiose dalla collezione Giuseppe Campori” a un’importantissima terracotta del Bernini fino alla “mostra dossier” su uno dei dipinti più enigmatici, il “Santo Scrivente”, attribuito a Giovanni Serodine. Per non parlare delle collezioni normalmente esposte alla Galleria che ne fanno un museo di livello internazionale. Ne abbiamo parlato con la direttrice, la dottoressa Martina Bagnoli.

Dottoressa partiamo dalla mostra dedicata agli autografi della collezione Campori. Intanto cos’è una Autografoteca?
E’ una raccolta di documenti autografi, ad esempio lettere, corrispondenze, missive, contratti. Era un tipo di collezionismo che andava molto di moda nella seconda metà dell’800, interessante perché non si trattava solo di firme di personaggi illustri come si fa oggi, ma di veri e propri documenti firmati che contengono informazioni che ci possono portare a scoprire cose nuove. La nostra Autografoteca poi è particolarmente importante essendo una delle poche rimaste integre, con circa 130 mila documenti.

La mostra, visitabile fino al 27 agosto presso la Sala Campori della Biblioteca Estense, cosa propone?
Diciamo che è una sorta di inaugurazione di un grande progetto che stiamo portando avanti assieme all’Università e cioè la digitalizzazione di tutta questa raccolta, che sarà pubblicata online sia sul sito della Biblioteca che sulla digital library dell’Università di Modena, Lodovico. Ci sono documenti che si riferiscono a uomini di cultura come Giacomo Leopardi, ma anche scambi epistolari tra personaggi importanti, come Giovio e Hernan Cortes, in cui Giovio chiede un idolo a Cortes per il suo museo. Sono documenti che vanno letti e che vengono spiegati attraverso una didascalia.

Dallo scorso 6 maggio, alla Galleria, è esposta anche una terracotta del Bernini. Di cosa si tratta?
E’ uno scambio che abbiamo condotto con la direzione regionale dei musei del Veneto che, in occasione della Biennale, ha inaugurato una bella mostra alla Cà d’Oro sulla scultura rinascimentale. Per questa mostra la Galleria Estense ha prestato due bassorilievi e in cambio ha ottenuto la possibilità di ospitare questa bellissima terracotta del Bernini. Per noi è particolarmente importante perché abbiamo già il celebre busto di Francesco I realizzato dal Bernini, che sappiamo essere stato pagato dal duca una cifra superiore a quella pagata dal Papa per la Fontana dei 4 Fiumi di piazza Navona. E il bozzetto che noi riceviamo è proprio uno dei 4 fiumi della Fontana. Bernini usava molto la terracotta prima di utilizzare i suoi marmi ed è molto interessante capire il modo di lavorare di un grande scultore. Queste piccole mostre con opere illustri sono una maniera per vivacizzare le nostre collezioni e far capire a tutti che il nostro non è un museo fisso, ma sempre in movimento.

E la ‘mostra dossier’ sul “Santo Scrivente” di Giovanni Serodine?
E’ la presentazione di un quadro attribuito a questo pittore lombardo del ‘600 che è nei nostri depositi, ma non è mai stato veramente esposto perché aveva bisogno di qualche indagine. Adesso queste indagini sono state fatte e viene presentato insieme ad altre tele provenienti dalla Certosa di Pavia. E’ una mostra piccola ma importante perché sono emerse novità che ci fanno mettere in dubbio la stessa paternità del quadro a Serodine.

Il 14 maggio è la Notte dei Musei. Una buona occasione per venire a visitare anche la Galleria Estense…
Assolutamente si, sia la Galleria che la Biblioteca saranno aperte e al loro interno ci saranno anche attività di danza e musica. Quindi un momento ottimo per venire a vedere le nuove mostre.

Dopo due anni di pandemia sembra che si stia ripartendo davvero. Lo avete notato anche voi?
Si possiamo dire che stiamo riprendendo, anche se ancora non ai livelli del 2019. Siamo anche soddisfatti di quello che abbiamo messo in campo durante i periodi di chiusura con tante attività online. Quello che notiamo è che stanno venendo tanti giovani e questo ci fa molto piacere.

Organizzate anche attività con le scuole? 
Tantissime, sia per le scuole che per le famiglie, e abbiamo diversi percorsi di visita basati su tematiche trasversali che vanno bene nei programmi didattici non solo all’interno della disciplina dell’arte, ma anche della storia, della geografia, dell’educazione civica. Un approccio che è stato premiato visto che lo scorso anno, nonostante l’alternanza di presenza e distanza, abbiamo avuto oltre 512 visite di classi.

di Giovanni Botti

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