Il disco della settimana: benedizioni e miracoli della chitarra di Santana

Carlos Santana – “Blessing and Miracles”

A 74 anni suonati Carlos Santana continua a pubblicare dischi con regolarità, sia con la sua storica band che con l’aiuto di ospiti di vario genere, e da qualche anno a questa parte è tornato a proporre lavori piuttosto interessanti. Dopo il ritorno alle sonorità degli anni ‘70 e la reunion della band di “Santana III” per quello che anche dal titolo, “Santana IV”, ne rappresenta una sorta di seguito, il chitarrista messicano ha pubblicato il delizioso “Power of Peace” (2017) con il mitico gruppo soul degli Isley Brothers e, nel 2019, l’ambizioso “Africa Speaks”, dedicato a certe sonorità africane. Il nuovo album, “Blessings and Miracles”, lo vede tornare a circondarsi di ospiti illustri e di diversi generi, un po’ come aveva fatto nel grande successo di fine anni ‘90 “Supernatural”. Sebbene il primo singolo “Move” lo veda duettare con il cantante dei Matchbox Rob Thomas, esattamente come in “Smooth”, una delle hit di quel disco, “Blessing and Miracles” suona decisamente più vario e intigrante di “Supernatural”.

Questo grazie sicuramente alla grande chitarra di Santana, che continua a suonare inconfondibile e unica nonostante il passare degli anni, ma anche e soprattutto alla scelta degli ospiti chiamati a duettare con lui, a partire dall’ex Blind Faith e Traffic Steve Winwood, che offre una grande interpretazione del classico dei Procol Harum “A Whiter Shade of Pale”. Ospiti caratterizzati da una varietà stilistica maggiore che in altre occasioni, come dimostrano il rapper G-Eazy, nella moderna e interessante “She’s Fire”, il chitarrista dei Metallica Kirk Hammett ad aggiungere potenza e rumore all’hard-rock “America for Sale”, e il cantautore country-soul Chris Stapleton, che irruvidisce con la sua voce cartavetrata il reggae-rock “Joy”. Belli anche i camei famigliari, in particolare quello del figlio Salvador per la latineggiante e briosa “Rumbalero”, ma anche la deliziosa ballata “Breathing Underwater”, cantata dalla figlia Stella. E naturalmente non mancano gli strumentali, vero marchio di fabbrica dell’artista, nei quali può dare libero sfogo alla sua magica chitarra (su tutti la sognante “Song for Cindy”, dedicata alla moglie Cindy Blackman). Pur non essendo paragonabile ai capolavori di Santana di inizio anni ‘70, “Blessing and Miracles” è un disco decisamente vario e dannatamente piacevole.

di Giovanni Botti

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