Il disco della settimana: “Defiance Part 1”, il ritorno rock di Ian Hunter

Ian Hunter – “Defiance Part 1”

E’ proprio vero che il rock è morto come dice qualcuno? Ascoltando il nuovo lavoro di Ian Hunter, “Defiance Part 1”, sembrerebbe proprio di no. Magari un po’ invecchiato nei suoi principali protagonisti, ma vivo e vegeto. A quasi 84 anni, l’ex frontman dei Mott The People torna sul mercato con un album tosto e rock, come ci si aspetta da uno come lui, aiutato da un parterre di ospiti illustri. Registrato durante il periodo della pandemia, “Defiance Part 1”, 19° disco solista di Hunter, il primo da “Fingers Crossed” del 2016, contiene una decina di canzoni vere e sincere, tra potenti rock e intense ballate che sfiorano il soul. Il tutto guidato dalla solita voce roca dell’artista, da una qualche parte tra Dylan e Rod Stewart, sempre ricca di fascino nonostante il passare degli anni.

Pubblicato dalla mitica Sun Records, il disco era stato anticipato nei mesi scorsi sulle piattaforme in rete da un paio di singoli, a partire dalla splendida “Bed of Roses”, canzone elettrica che vede la partecipazione di Mike Campbell degli Heartbreakers alla chitarra e di Ringo Starr alla batteria. Ma tutto l’album è estremamente godibile come dimostra già l’iniziale “Defiance”, rock quasi hard con chitarre ruggenti e la presenza di Slash dei Guns & Roses e del bassista dei Metallica Robert Trujillo. C’è rock potente e diretto, ma anche grande melodia nelle canzoni di Ian Hunter. Bellissima ad esempio l’intensa rock ballad “Don’t Tread on Me”, con Todd Rundgren alla chitarra e un retrogusto soul da pelle d’oca, ma non è da meno la dylaniana “No Hard Feelings”, con il mitico Jeff Beck a rilasciare uno dei suoi ultimi assoli prima della scomparsa avvenuta qualche mese fa.

I grandi ospiti non sono comunque finiti qui. Da segnalare anche la presenza del leader degli ZZ Top Billy Gibbons, nel rock-blues “Kiss N’Make Up”, e quella di Jeff Tweedy dei Wilco nella conclusiva “I Hate Hate”, versione alternata in chiave southern di un brano già presente a metà disco. In definitiva un bell’album, che infonde positività.

di Giovanni Botti

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