Il disco della settimana: il tributo agli Stones di Lucinda Williams

Lucinda Williams – “You Are Cordially Invited… A Tribute to Rolling Stones”

Lucinda Williams, la più importante cantautrice americana degli ultimi 30 anni, dalla fine del 2020 ad oggi ha pubblicato una serie di sei album di cover dedicati agli artisti e ai generi musicali che l’hanno maggiormente influenzata, raccolti sotto il titolo di “Lu’s Jukebox”. Si tratta di sei concerti dal vivo in studio tenuti con la sua band dopo lo scoppio della pandemia che le ha impedito di andare in giro a promuovere il suo più recente disco di inediti, l’ottimo “Good Souls Better Angels”, uscito proprio durante il primo lockdown. L’ultimo della serie, dopo quelli dedicati a Tom Petty e Bob Dylan, le raccolte soul e country e l’album natalizio, è un vero e proprio tributo ai Rolling Stones, la band più amata dalla Williams, a partire dalla stessa copertina che richiama il mitico “Beggars’ Banquet”. Innanzitutto possiamo dire che questo “You Are Cordially Invited…” ha un po’ gli stessi pregi e difetti dei suoi predecessori.

L’artista di Lake Charles è sicuramente una grande cantautrice, ma non una straordinaria interprete e la sua voce negli ultimi anni è diventata sempre più strascicata e in alcuni casi affaticata, caratteristica che è allo stesso tempo il suo fascino e il suo limite. Un problema che si avverte soprattutto nei brani più rock mentre le ballate ne acquistano, paradossalmente, un’intensità ancora maggiore. Anche nelle 16 canzoni di “You Are Cordially Invited…”, i momenti migliori sono quelli in cui la Williams interpreta le ballate degli Stones, a partire da una “Play With Fire” resa più cupa e scura che mai, o il country-rock “Dead Flowers”, rallentato rispetto all’originale, o ancora la conclusiva “You Can’t Always Get What You Want” con una coda più ritmata e chitarristica. Più faticose e meno interessanti, invece, le interpretazioni di due super classici rock come “Sympathy For The Devil” e “(I Can’t Get No) Satisfaction”, mentre “Paint it Black” è riproposta in una versione potente e quasi garage che funziona alla grande. Un altro gradevole divertissment in attesa del prossimo album di inediti.

di Giovanni Botti

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