Il disco della settimana: “Wild & Precious Life”, esordio solista di Duane Betts

Duane Betts – “Wild & Precious Life”

La carriera di Duane Betts, figlio d’arte, suo padre è il mitico Dickey Betts, chitarrista della Allman Brothers Band, è già abbastanza ricca di esperienze, da quelle con band come i Dawes e i Whitestarr, al lavoro al fianco del padre nei Great Southern fino a quella finora più significativa con la Allman Betts Band, gruppo fondato assieme all’altro figlio d’arte Devon Allman che ha al suo attivo due album di buon southern rock, sulla scia degli illustri genitori. Ora, a 45 anni compiuti, il figlio di Dickey Betts esordisce da solista con un disco registrato nello studio della Tedeschi Trucks Band, con l’appoggio dello stesso Derek Trucks, presente in una canzone, ma anche di altri ospiti illustri come Markus King.

Eccellente chitarrista, ma non dotato di una voce straordinaria, Duane Betts è riuscito comunque a mettere insieme dieci buone canzoni, in alcuni casi ottime, che affondano le radici proprio nel suono southern dei fratelli Allman. E questo “Wild & Precious Life” possiamo dire che è decisamente interessante. Il fascino di quelle sonorità intrise di country, blues e soul e la bravura dei musicisti che affiancano Duane, riescono a sopperire anche ai limiti della voce e il disco scorre via che è un piacere, a partire dalla iniziale “Evergreen”, ballata chiaramente ispirata dal mondo Allman, per proseguire con il brillante country-rock “Waiting on a Song” e con la splendida rock-ballad “Stare at the Sun”, a cui la slide di Derek Trucks aggiunge un tocco di classe in più.

Andando avanti nella track-list troviamo l’intrigante strumentale “Under the Bali Moon”, in cui Duane Betts cerca di porsi sulla scia del padre che di lunghe cavalcate strumentali era un vero maestro, mentre in chiusura sono poste il tosto rock-blues “Cold Dark World”, con Markus King ad alternarsi con Duane alla chitarra, e la deliziosa ballata acustica “Circles in the Stars”. La strada seguita da Duane Betts è certamente quella a lui più nota e congeniale, ma ciò che fa dimostra di saperlo fare piuttosto bene. Da ascoltare.

di Giovanni Botti

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