Il disco della settimana: “White Jesus Black Problems” di Fantastic Negrito

Fantastic Negrito – “White Jesus Black Problems”

Xavier Amin Dphrepaulezz, meglio conosciuto come Fantastic Negrito, è uno dei più interessanti rappresentanti della black music attuale, depositario di un mix di rock, blues e soul, reinterpretati in una chiave personale e moderna con, qui e la, spunti hip hop e sonorità contemporanee. Attivo già nella seconda metà degli anni ’90, quando registrò un album a nome Xavier, il musicista di Oakland è salito davvero alla ribalta soltanto nel 2014, quando è stato pubblicato il suo primo lavoro a firma Fantastic Negrito, ed è cresciuto disco dopo disco, arrivando a conquistare il Grammy Award come miglior album di blues contemporaneo per tutti e tre i suoi ultimi lavori (“The Last Days of Oakland”, 2016, “Please Don’t Be Dead”, 2018 e “Have You Lost Your Mind Yet?”, 2020).

Il nuovo progetto dell’artista californiano è decisamente il più ambizioso. Per “White Jesus Black Problems”, infatti, Negrito parte dalla storia dei suoi antenati, uno schiavo afroamericano e una domestica bianca, che nella Viriginia del ‘700 si sposarono nonostante le difficoltà legate alle leggi razziali e alla società schiavista dell’epoca. Una storia epica fatta di tristezza e ribellione, ma anche di impegno sociale e fiducia nel futuro, raccontata attraverso un sound vario che spazia, ancora di più che negli album precedenti, tra rock e blues, funky e soul, tradizione e modernità.

Il disco, composto da 13 canzoni, inizia con le atmosfere beatlesiane di “Venomous Dogma”, per proseguire con i ritmi africani del vibrante singolo “Highest Bidder”e con l’intensa “They Go Low”, in cui critica duramente il sistema di caste della società statunitense. Per il resto se la brillante “Nibbadip” strizza l’occhio agli Stones, la successiva “Oh Betty” è un rock-blues con una bella chitarra solista a ricamare e un delizioso coro gospel a rendere ancor più intrigante il ritornello. La chiusura è affidata a “Virginia Soil”, un raffinato country-blues intriso di gospel che riporta alla mente certe cose di J.J. Cale. Da ascoltare con attenzione.

di Giovanni Botti

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