“Vasco, mi ricordo quella volta che…”, episodi, aneddoti e ‘previsioni spericolate’ di chi lo ha conosciuto

Quando uno come Vasco Rossi festeggia i 40 anni di carriera, viene da chiedersi come abbia cominciato. Noi lo abbiamo fatto insieme ad alcune persone che con lui hanno condiviso un pezzo di strada. Antoine, speaker, dj e presentatore televisivo, ricorda quella volta che… “Vasco venne a trovarmi, quando facevo il Dj al Charlie, e mi disse che voleva rilevare la gestione. Era l’82 e lui voleva fare il gestore, provare a stare dall’altra parte della barricata. Io mi occupavo anche della direzione, degli aspetti fiscali, amministrativi e così parlammo dei pro e dei contro, per fargli capire che era una cosa ben diversa rispetto a cantare o metter su dei dischi. Alla fine non se ne fece nulla perché era troppo impegnativo. Un’altra cosa che ricordo è che, quando iniziò, mi chiese di fargli da manager. “Vasco, senza offesa, ma tranne due o tre amici, chi vuoi che venga a sentirci?!”, gli risposi io. Diciamo che non ho avuto un gran fiuto commerciale! Se mi mangio ancora le dita? No, sono tranquillo, il pane e la pasta costano talmente poco che non ho rimpianti, doveva andare così!”.

Diego Ferrari, anche lui dj, speaker e direttore di Radio Stella ci regala i suoi ricordi di Vasco: “Ne avrei tantissimi di episodi da raccontare… Il primo, nel 1988, al Bandiera Gialla. Vasco ci ha invitato a casa sua a Riccione, è stata una bella serata, con la chitarra ci ha fatto sentire le canzoni che stava scrivendo, come ‘Dillo alla luna’ e ‘Tango della gelosia’ ma anche altre. Ma ricordo anche quella volta quando ci aveva rilasciato un’intervista che mettemmo in onda su Emmeradio di San Cesario. La registrazione era davvero pessima e il suo manager ci voleva denunciare, ma una sera incontrai Vasco a Modena e gli raccontai tutto. Lui mi disse: “Non ti preoccupare, ci parlo io”, questo per dirti che umanità ha. E ricordo anche una sera quando venne a ballare dove lavoravo e, a fine serata, si fermò a chiacchierare. Mi raccontò che gli avevano chiesto di aprire il concerto dei Rolling Stones ma lui aveva rifiutato perché, disse, “sono sempre stati il mio mito, ma me l’hanno chiesto solo perché hanno venduto pochi biglietti”. Avevano venduto poco, perché la stessa sera c’era Italia-Germania, la finale dei Mondiali ’82”.

Enzo Persueder, dj e anima delle discoteche, ha lavorato per 12 stagioni alla consolle del Bandiera Gialla di Rimini, ci racconta quando lo ha conosciuto: “Lavoravo al Terminal di Cognento, era il ‘74, e un giorno mi dissero ‘domani viene a provare uno di Zocca”. Mi ricordo come fosse oggi quando arrivò, rimasi colpito da tre cose: la prima erano i suoi capelli lunghi, lisci e biondicci, la seconda che entrò nel locale con una bottiglia di whisky in mano e la terza che arrivò insieme a una ‘gnocca’ di Roma pazzesca! Fece la prova ma non venne scelto. Qualche tempo dopo, e non l’avrei mai immaginato, diventai il suo ‘antagonista’ radiofonico perché eravamo i due più ascoltati al tempo, tra i programmi da discoteca. Lui faceva ‘Sound of Sound’ su Punto Radio e io, a Radio Reggio, ‘Enzo Persueder Show’. Poi, veniva sempre al Bandiera Gialla a festeggiare il mio compleanno e, una sera, nell’84, arrivò con il suo fido scudiero Guido Elmi. Ricordo che c’era anche Red Ronnie e ci fece ascoltare una canzone nuova, arpeggiando con la chitarra, era Toffee. L’ultimo incontro è stato a Milano, a Radio Italia Vera, poco prima del 2000, lui era appena tornato dalla Giamaica. Gli dissi “Hai fatto bene a fare la rockstar, perché se facevi il dj arrivavi secondo!”.

Carlo Savigni, fotografo del beat e molto altro, fondatore di Modena Radio City e speaker, si ricorda quando “Vasco aveva aperto Punto Radio a Zocca e noi, già da un po’, avevamo fatto Modena Radio City. Era il ’77, un momento in cui le radio libere pullulavano. A Punto Radio erano bravi, avevano inventiva e crearono un programma che si intitolava ‘Porci con le antenne’. Si divertivano a sintonizzarsi sulle altre radio, a parlarci sopra e a prenderli in giro, come la Gialappa’s. Quando me ne sono accorto, ho chiesto alla segretaria di ascoltare Punto Radio e di farmi un cenno appena sentiva che erano sintonizzati su di noi e il cenno arrivò! Quando sento Vasco che comincia a dire qualcosa su Modena Radio City, io in onda gli dico “Ciao Vasco, come stai?!”, lui ci è rimasto! Poi, siamo andati tutti insieme a mangiarci una pizza ‘pacifista’, c’erano anche Massimo Riva, Riccardo Bellei, purtroppo recentemente scomparso, e altri. Ai tempi mio padre aveva un negozio di dischi e io un po’ di orecchio per la musica ce l’avevo perché avevo lavorato con l’Equipe 84, i Nomadi e Guccini, ma quando in negozio arrivò il primo disco di Vasco “Ma cosa vuoi che sia una canzone”, album fatto in casa e con una qualità timbrica pessima, ricordo che dopo averlo ascoltato, mi uscì la frase “Questo qua non andrà lontano, vedrai!”.

di Patrizia Palladino

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