Storie di Sport: la pallavolo di Eugenio Gollini

Sono ormai passati quasi due anni dall’elezione di Eugenio Gollini (in foto con Sebastian Swiderski, presidente della Federazione Polonia) come nuovo Consigliere Federale della Fipav. L’ex numero uno del Comitato di Modena ha dovuto affrontare il periodo post-pandemia, che però ha portato ad un’annata incredibile, ricca di importanti risultati sportivi.

Gollini, che 2022 è stato per la pallavolo italiana?
Un anno straordinario dal punto di vista dei risultati sportivi, probabilmente irripetibili. Siamo stati bravi e ben organizzati: abbiamo giovani molto forti e ci è andata anche molto bene. In più, le ciliegine sulle torte sono state le vittorie della VNL femminile e del Mondiale maschile. Quello che mi sembra altrettanto importante è stato vedere un 2022 positivo: siamo riusciti ad uscire dal periodo post-Covid, pur leccandoci le ferite. Questo è stato possibile solo grazie al lavoro delle società sportive su tutto il territorio italiano. Noi come federazione centrale gestiamo e organizziamo, ma la vera forza sono loro, che allenano e formano i ragazzi e le ragazze.

Cosa possiamo aspettarci dal 2023, anno di anticamera alle prossime Olimpiadi?
Dopo un’annata del genere ci si aspetta di continuare a vincere. Non ci possiamo nascondere in nessuna manifestazione sportiva, sia a livello juniores che seniores. La vittoria non deve diventare un’ossessione.

Nonostante la pandemia e la successiva crisi, la pallavolo italiana sembra essere in salute, con una Superlega nel maschile addirittura in grande crescita…
La pallavolo è viva, nonostante le grandi difficoltà. Modena è una riprova. Ci sono tante società che hanno superato la fase pandemica e stanno ripartendo. Lo dimostra l’evento avvenuto un paio di settimane fa al Palapanini, quando sono arrivati tantissimi bambini che finalmente hanno potuto tornare a giocare insieme.

A proposito di Superlega, Perugia ha già vinto la regular season, ma ci sono ancora molte posizioni in ballo. Che campionato le sembra?
Molto anomalo. La seconda in classifica ha collezionato finora 8 sconfitte, e mancano ancora due giornate alla fine. Un numero molto alto, e questo significa che le squadre dietro sono molto forti e di altissimo livello. Tra tutte spicca Perugia, che finora ha fatto un cammino straordinario, a cui auguro di arrivare in fondo in ogni manifestazione, anche in Champions League. Modena, invece, sta facendo un’annata clamorosa. Il secondo posto in classifica è frutto di un grande lavoro svolto.

Neanche i più ottimisti si sarebbero aspettati una Modena Volley in lotta per la seconda posizione…
Durante una trasmissione credo di essermi sbilanciato per un quinto o sesto posto, considerando le forze in campo. Mi sembrava che Perugia, Trento, Piacenza e Lube avessero più armi a disposizione. In realtà la maggior parte di loro sono state messe dietro al momento. Quindi, chapeau!

Parliamo un attimo di lei, com’è nata la sua passione per la pallavolo?
Nasce in primo luogo nel Palazzetto di viale Molza, quando mio padre mi portava a vedere le partite della Panini. Poi, in secondo luogo, anche grazie alla spinta dei miei professori a scuola i quali, vista la mia stazza, mi hanno indirizzato verso la pallavolo. Uno di questi è Giacomo Abate, attuale coordinatore dell’area formazione del Csi Emilia-Romagna.

In passato è stato anche agente di diversi pallavolisti, c’è qualcuno con cui è rimasto particolarmente legato o di cui è orgoglioso?
E’ difficile fare nomi. Un giocatore che mi ha dato soddisfazioni incredibili, anche guardando da dov’è partito, è Max Colaci. Una persona con un fisico normale che, grazie ad una abnegazione clamorosa, è arrivato dove si trova. Un altro a cui sono molto legato è Alberto Casadei.

Nel corso degli anni è cambiato il ruolo dell’agente nella pallavolo?
Non credo. Se il ruolo del procuratore diventa predominante, allora abbiamo un problema nel sistema. I veri protagonisti delle trattative devono essere le società e i giocatori. Nella mia attività ho fatto l’agente come consulente degli atleti. Adesso lo dice anche la legge dello Stato, è considerato agente sia il consulente che anche il mediatore.

Tornando alla Nazionale maschile, dopo qualche anno di difficoltà, in Italia cominciamo a vedere una nuova generazione di grandi giocatori…
Il tema di ‘non avere giocatori in Italia’ non regge più. Pensi solo al reparto dei liberi: abbiamo Catania, Laurenzano, un 2003, e tanti altri. Questi due sono giocatori straordinari, titolari nell’Under 21 e Under 20, mentre nell’Under 22 c’è Gaggini, titolare di Verona. C’è solo l’imbarazzo della scelta. E’ una fortuna nostra, ma è anche il frutto di un grande lavoro. Anche al centro, reparto in cui, storicamente, siamo stati considerati deboli fisicamente, ci sono atleti come Russo e Sanguinetti, giocatore che ha fatto una crescita incredibile quest’anno.

di Mattia Amaduzzi

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