Carlo Lucarelli racconta l’eccidio delle Fonderie Riunite nel 70° anniversario

In fondo a via Ciro Menotti, all’incrocio con via Paolo Ferrari e via Montegrappa, uscendo da una porta dove si era riparato, Renzo Bersani attraversava la strada a piedi senza correre; un graduato s’inginocchiò sulla strada, lontano circa 150 metri, prese la mira e lo fucilò secco senza scampo di fronte a centinaia, migliaia di testimoni. […] Non fu uno scontro tra manifestanti e poliziotti come si tenta oggi di far credere, tentando di dividere al cinquanta per cento le responsabilità dell’eccidio”. Le parole di Eliseo Ferrari, all’epoca segretario provinciale della FIOM e testimone dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, avvenuto il 9 gennaio 1950, condensano una delle più tragiche pagine di storia modenese e nazionale.

Nel pieno della guerra fredda, nel cuore di Modena, una vertenza sindacale culminata in una manifestazione di protesta si conclude con l’uccisione di sei scioperanti, tutti per colpi d’arma da fuoco esplosi dalle forze dell’ordine. Nel processo che segue gli imputati sono gli operai, e soltanto nel 1964 si concluderà la vicenda giudiziaria, senza colpevoli e con l’incredibile conferma da parte dell’Avvocatura dello Stato che “l’uso delle armi fu sicuramente legittimo”.

A settant’anni dall’accaduto, venerdì 10 gennaio alle 21.00 alla Tenda in viale Monte Kosica a Modena, si terrà lo spettacolo-narrazione “Fonderie 9 gennaio 1950” scritto da Carlo Lucarelli e interpretato dallo stesso Lucarelli insieme a Paolo Nori e Beatrice Renzi, accompagnati da chitarra e voce di Marco Dieci.

Lo spettacolo, promosso da Istituto storico di Modena e Centro Documentazione Donna di Modena in collaborazione con Comune di Modena – Comitato per la storia e le memorie del Novecento e Fondazione di Modena nell’ambito del progetto triennale “Rivoluzioni. Persone, luoghi ed eventi del ‘900 tra crisi e trasformazioni”, ripercorre le vicende di quella terribile giornata iniziata con l’imponente sciopero davanti alle Fonderie Riunite e terminata con l’uccisione di Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Alberto Rovatti e con il ferimento di oltre 200 persone.

La maggior parte degli eccidi avvenuti nel nostro paese, come quello delle Fonderie Riunite, non hanno una soluzione giudiziaria piena e univoca e vengono per questo annoverati tra i cosiddetti Misteri Italiani”, dichiara Carlo Lucarelli. “Cosiddetti, perché in realtà alla luce dei vari processi e del lavoro degli storici, di misterioso, in quelle vicende c’è rimasto poco, per cui meglio chiamarli Segreti. Qualcuno, in testa o in un cassetto, ha la Verità, con la “v” maiuscola, si tratta soltanto di riuscire a trovarla. Anche su quello che è successo a Modena il 9 gennaio 1950, qualche ombra c’è ancora, non fosse altro per la mancanza di un chiaro, definitivo e insospettabile esito giudiziario. Per questo, siccome non mi piacciono gli eccidi, non mi piacciono i segreti e la mancanza di memoria, ho accettato volentieri di cercare di raccontare quel fatto, già studiato ed esposto da altri più competenti di me, con l’unica chiave che mi compete che è quella della narrativa, aiutato da validi amici. Mettere in fila i fatti attraverso le emozioni. Speriamo di esserci riusciti”.

Lo spettacolo è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

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