Teatro Comunale: venerdì 1 aprile ecco “Il barbiere di Siviglia” di Rossini

Foto Teatro Comunale

Va in scena venerdì 1 aprile alle 20 e domenica 3 alle 15.30 per la stagione lirica al Teatro Comunale di Modena Il barbiere di Siviglia”, uno dei più celebri titoli di Gioachino Rossini e dell’intero repertorio operistico.

L’opera si vedrà in una nuova produzione coprodotta insieme ai Teatri di Reggio Emilia, dove ha debuttato con successo il 25 marzo, e in un nuovo allestimento firmato dal regista Fabio Cherstich con scene di Nicolas Bovey, costumi di Arthur Arbesser e luci di Marco Giusti. La parte musicale dello spettacolo è affidata a Leonardo Sini, giovane direttore che nel 2019 ha debuttato al Teatro Carlo Felice in Genova nel La bohème di Puccini e nella Sonnambula di Bellini nei teatri di Como, Cremona, Pavia e Bergamo. Nel 2020 ha diretto Un Ballo in Maschera al Teatro Petruzzelli di Bari e La traviata al Maggio Musicale Fiorentino. Il cast è formato da Ruzil Gatin (Il conte d’Almaviva), Riccardo Novaro (Bartolo), Michela Antenucci (Rosina), Simone Del Savio (Figaro), Guido Loconsolo (Don Basilio), Victoria Pitts (Berta), Alex Martini (Fiorello) e Julien Lambert (Ambrogio). In buca la Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti mentre il coro è il Claudio Merulo di Reggio Emilia preparato da Martino Faggiani.

La prima rappresentazione dell’opera si tenne il 20 febbraio del 1816 al Teatro di Torre Argentina di Roma. Il libretto, di Cesare Sterbini, era tratto dalla commedia omonima francese di Pierre Beaumarchais. La vicenda, come noto, mette in scena gli assalti amorosi escogitati dal Conte di Almaviva e dal suo aiutante tuttofare, il barbiere Figaro, per espugnare la casa del vecchio Don Bartolo e sposare la giovane Rosina. Attraverso una galleria di personaggi e di numeri musicali che sono divenuti fra i più amati del repertorio lirico, si dipana la più celebre delle opere buffe di tutti i tempi.

Mi sono immaginato lo spettacolo come un grande ingranaggio ad orologeria – spiega Fabio Cherstich -, uno spazio vuoto che di scena in scena si riempie di immagini ed elementi che niente abbiano a che fare con la Spagna della tradizione: unica concessione un Figaro torero e scatenato. I cantanti e il coro in abiti moderni o comunque reinventati e stilizzati dalla fantasia dello stilista austriaco Arthur Arbesser. Erwin Wurm, Maurizio Cattelan e Carsten Höller i riferimenti visivi condivisi con lo scenografo Nicolas Bovey e il lighting designer Marco Giusti. Almaviva lo vestiamo 700. Lui, il principe sarà l’unico all’antica, destinato comunque a travestirsi (da trama!) in militare ubriaco e pretaccio bacchettone. E poi, come per dar corpo all’irresistibile «follia» della musica, nonché al puro godimento che può derivarne sganciandola da ogni realismo, proporzioni ribaltate nella scena dove tutto scorre su binari o sale e scende all’improvviso.

Nel Barbiere, Rossini riesce a creare una summa di tutte le sue più peculiari attitudini – aggiunge il direttore d’orchestra -: giocare con la musica, con i personaggi, con l’orchestra, con le situazioni drammaturgiche, con l’antica scuola di canto napoletana, pur guardando avanti, verso l’Europa, in alcuni dei passaggi musicali più arguti e significativi. Gioca, ma non trascura mai quel meraviglioso artigianato che, all’epoca, si stava iniziando a creare; si chiamerà poi ‘belcanto’, più avanti con Bellini e Donizetti e la grande tradizione italiana.”

Giovedì 31 alle ore 18 Oreste Bossini, giornalista, scrittore e celebre collaboratore di Rai Radio 3, terrà una presentazione dell’opera al pubblico presso il Ridotto del Teatro (ingresso libero da Via Goldoni 1) per la serie Invito all’Opera presentata in collaborazione con gli Amici dei Teatri Modenesi.

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