“Sorella luna” e la sua musica: l’intervista allo scrittore Alessandro Menabue

Fin dalla notte dei tempi, la luna ha affascinato l’uomo, è stata protagonista di leggende straordinarie e importante fonte di ispirazione per poeti, artisti e musicisti. Alla luna lo scrittore modenese Alessandro Menabue ha dedicato un libro, “Sister Moon”, vero e proprio viaggio musicale attraverso alcune delle canzoni ad essa dedicate. “La musica e l’astronomia sono le mie due passioni principali – ci racconta Menabue – quindi, anche alla luce del fatto che quest’anno ricorreva il cinquantennale dello sbarco sulla luna, ho pensato di mettere insieme le due cose. La luna, come si sa, è stata raccontata in infinite maniere dall’uomo, dai graffiti fino alla poesia e alla musica. Io quindi ho pensato di raccontare alcune delle canzoni che parlano della luna o ne sono in qualche modo ispirate”.

Le canzoni che hai selezionato sono 22, con quale criterio le hai scelte?
Non ho seguito il mio gusto personale perchè altrimenti le canzoni sarebbero state probabilmente altre. Ho preferito privilegiare quelle che, secondo me, avevano dietro una storia interessante da raccontare. Alla fine del libro, comunque, ho inserito una play-list con tutte le canzoni che ho escluso, così un lettore può andarsele a cercare e farsene una sua personale.

Quindi in “Sister Moon” ogni capitolo è dedicato ad una canzone…
Esattamente. Di alcune racconto semplicemente il significato del testo, che ho trovato molto interessante e bello anche dal punto di vista poetico. E questo succede ad esempio per ‘No Moon in Paris’, brano inserito nell’ultimo album di Marianne Faithfull che ha un testo molto profondo, oltre che cantato magnificamente. In altri casi, invece, ho raccontato aneddoti che riguardano la nascita della canzone o la storia del cantante, come per ‘Bark At The Moon’ di Ozzy Osbourne. In questo caso racconto come Ozzy arrivò a scrivere questa canzone, storia che ha a che fare con una delle sue tante morti e rinascite.

Hai inserito anche canzoni dedicate specificamente allo sbarco sulla luna?
Proprio specificamente no, però c’è un pezzo che tutti conoscono, ‘Fly Me to the Moon’, la cui versione più celebre, quella di Frank Sinatra, fu la prima canzone ad essere suonata sulla luna durante la missione dell’Apollo 11. Canzone che, tra l’altro ha anche un altro primato, essendo stata la prima ad essere suonata nello spazio, intorno al 1965 durante una delle missioni Gemini.

Da appassionato di astronomia, secondo te che importanza riveste, ancora oggi a 50 anni di distanza, la conquista della luna?
Possiamo dire che ci ha portato nel futuro, non solo perchè è stato il primo, e per ora unico, sbarco dell’uomo su un corpo celeste. Negli otto anni che sono passati dall’annuncio di Kennedy della volontà di arrivare sulla luna a quando ci si è realmente arrivati, proprio per consentire questo sbarco, si produsse un progresso tecnologico molto significativo anche oggi. Noi adesso adoperiamo macchinari, tessuti e materiali in generale, che furono realizzati proprio perchè ce n’era bisogno per andare sulla luna.

Alessandro, hai in programma qualche presentazione del tuo libro?
Si, sto lavorando con due musicisti, la cantante Eleonora Davòli, che suona anche l’ukulele, e il chitarrista Riccardo Ascari. Loro proporranno una selezione di canzoni di cui parlo nel libro, più un paio che non ci sono, ma che sono legate alle storie che ci sono raccontate. Fra una canzone e l’altra io parlerò del libro e racconterò storie e aneddoti. Penso che partiremo la prima metà di settembre, probabilmente da Dischinpiazza. Il debutto vorrei giocarlo in casa.

 

di Giovanni Botti

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien