‘La lampada del corpo è l’occhio’: la Lettera alla città del Vescovo per San Geminiano

“‘La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso’ (Mt 6,22-23). Questo detto di Gesù è racchiuso dal vangelo di Matteo tra altri due, divenuti quasi proverbiali: ‘dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore’ (v. 21); e ‘non potete servire Dio e la ricchezza’ (v. 24). Gesù invita così alla trasparenza del cuore e alla semplicità dello sguardo, che deve trasmettere luminosità, semplicità, libertà dal possesso dei beni e delle persone, quello che lui chiama ‘occhio cattivo’.

Le mascherine che indossiamo ormai da parecchi mesi, e che ci faranno compagnia ancora per molto tempo, coprono la bocca e il naso, ma lasciano liberi gli occhi. Gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, i parenti che visitano i loro familiari anziani nelle strutture e nelle case, e tutti coloro che devono rivestirsi di tute protettive su tutto il corpo, mani e testa comprese, mantengono però lo sguardo libero, benché tutelato da una visiera. Stiamo imparando a concentrare sugli occhi la nostra capacità comunicativa.

Del resto lo sguardo, fin dall’inizio della nostra vita, è il primo mezzo di relazione: mamma, papà, nonni, fratelli, ci hanno parlato con gli occhi, prima che noi potessimo comprendere il suono della loro voce; e sentivamo bene se da quegli sguardi partiva approvazione o rimprovero, tenerezza o severità, indifferenza o affetto. Gli occhi parlano più chiaramente della bocca. Per Gesù, addirittura, il grado di lucentezza dell’occhio rivela la luminosità o meno dell’intero corpo, cioè di tutta la persona. Lo sguardo minaccioso incute paura, quello dolce trasmette accoglienza; gli occhi accigliati esprimono preoccupazione o disapprovazione, quelli lacrimosi attirano comprensione o lanciano un grido di aiuto. Il linguaggio degli occhi tocca tutte le corde del cuore”.

Così inizia la tradizionale “Lettera alla città” dell’Arcivescovo di Modena, monsignor Erio Castellucci, intitolata quest’anno “La lampada del corpo è l’occhio – per una speranza ‘rigenerante'”. Clicca qui per leggere la versione integrale della Lettera.

 

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