Ristorazione, il 2022 parte in salita: bollette a +70%, -50% tavoli occupati durante la settimana, l’analisi di “Modena a Tavola”

In molti, la sera, sono arrivati a spegnere le insegne dei locali già alle undici creando atmosfere surreali di certo non consone alla voglia di vivere a tutto tondo delle persone che vivono in Emilia. È forse questo uno dei segnali che meglio rappresentano il momento preoccupante che sta vivendo la ristorazione anche a Modena e provincia. “È sempre più difficile condire il piatto con un sorriso e una battuta, perché l’attenzione spesso è altrove, a partire dalla mancanza di prospettive per le nostre imprese” sottolineano in coro sempre più ristoratori. Tra i nodi principali che rendono incerto non solo il guadagno, ma la stessa sopravvivenza di diverse imprese del settore, spiccano, in negativo, la minore capacità di spesa del ceto medio, l’erosione delle risorse aziendali e l’aumento delle bollette.

È quanto emerso sabato scorso 5 febbraio, durante un incontro tra i soci del Consorzio “Modena a Tavola” organizzato per condividere le rispettive preoccupazioni alla luce delle nuove criticità che stanno pesando ulteriormente sul comparto e valutare quali azioni comuni intraprendere di fronte ai problemi che colpiscono tutta la categoria. Alla riunione hanno preso parte anche i rappresentanti di categoria di Confesercenti e Confcommercio.

Durante la settimana, a pranzo registriamo un forte calo – spiega Stefano Corghi, presidente del consorzio, titolare dei ristoranti “Il Luppolo e l’Uva” e “Osteria Santa Chiara” – calo che sia pure in modo meno pesante registriamo anche la sera. Solo nel weekend le persone ci sono, portando tra l’altro i frettolosi osservatori a pensare che i ristoranti siano sempre pieni. Se guardiamo dicembre 2021, i fatturati sono lontanissimi dall’analogo periodo del 2018. Aggiungo, per chi se ne fosse dimenticato, che ancora oggi le capienze dei locali per assicurare il distanziamento sono dimezzate del 50% rispetto al pre pandemia. Meno posti a sedere significa disporre di meno possibilità di ospitare persone e, quindi, di produrre reddito per le nostre aziende, per i collaboratori e i fornitori”.

A pesare è anche la riduzione della capacità di spesa di quella fetta molto consistente di clientela che appartiene al ceto medio. “Alla vigilia di Natale – esemplifica Corghi entrando ancora più nel concreto della vita quotidiana del ristoratore – pur avendo il tutto esaurito ho registrato che soltanto nella metà dei tavoli è stata ordinata almeno una bottiglia di vino. D’altra parte, se è vero, come è vero che in tasca le persone hanno meno soldi come possiamo pensare di aumentare i listini dei prezzi per compensare, almeno in parte, l’aumento degli oneri da sostenere? La clientela, che viene da noi anche per prendersi una pausa, per farsi un po’ coccolare, non capirebbe. Stiamo vivendo un periodo peggiore del primo lockdown quando, se non altro avevamo almeno fermato una parte delle spese”.

 

Bollette alle stelle

I ristoratori, in poche settimane, davvero un tempo brevissimo per chiunque debba fare un minimo di programmazione, hanno subìto rincari nella bolletta dell’energia elettrica attorno al 70% senza avere di fatto nessuno strumento per difendersi. Al di fuori di qualsiasi forma di populismo, molti degli imprenditori che fanno parte del Consorzio Modena a Tavola, durante la riunione si sono chiesti se non sia doveroso che anche le multiutility ci mettano un po’ del proprio.  “Il fatto che i bilanci delle multiutility siano più pingui che mai e che dall’altra parte ci siano aziende che rischiano la chiusura desta perplessità, appare iniquo rispetto ad una comunità che per sostenersi ha bisogno di tutti” hanno sottolineato molti ristoratori.

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien