Dischi da riscoprire: i 30 anni dell’album d’esordio dei Black Crowes

Black Crowes – “Shake Your Money Maker” (30° Anniversary Edition)

Siamo agli inizi degli anni ‘90. A Seattle sta emergendo il Grunge con i primi album di due band seminali del genere, i Nirvana e i Pearl Jam, mentre in California e nel Mid West Jayhawks e Uncle Tupelo pongono le basi di quello che verrà definito Alternative Country o più tardi, semplicemente Americana. Nel Sud degli Stati Uniti, da sempre foriero di novità interessanti, due fratelli della Georgia, Chris e Rich Robinson, hanno fondato un gruppo denominato Black Crowes, che debutta proprio nel 1990 per la Def Records di Rick Rubin con un album di puro rock chitarristico, un po’ Stones e un po’ Lynyrd Skynyrd. Il disco si intitola “Shake Your Money Maker” e rappresenta l’inizio di una seconda fase d’oro del cosiddetto Southern Rock, che avrà come capofila proprio i Corvi Neri di Atlanta, oltre ai Gov’t Mule di Warren Haynes, sorta di costola degli Allman Brothers.

Il sound dei Black Crowes non propone grandi novità, almeno in questo album d’esordio di cui si celebra il 30° anniversario. E’ puro classic-rock di matrice sudista, con chitarre ruggenti, riff potenti e un background di blues, soul, gospel e country-rock, ma risulta fresco e vitale, come lo erano stati, in quel periodo, pochi lavori dei principali alfieri del genere. Il pubblico apprezza e “Shake Your Money Maker” sale fino al quarto posto nelle classifiche di vendita statunitensi. La nuova edizione del disco, uscita proprio in questi giorni in diversi formati (dalla Super DeLuxe di 4LP e 3CD al doppio CD), contiene alcune chicche molto interessanti, tra inediti e versioni alternate, oltre a un concerto molto tosto tenuto ad Atlanta nel 1990.

Tra le canzoni del disco originale sono da ricordare la grande versione del classico di Otis Redding “Hard to Handle”, con il mitico Chuck Levell al piano, ma anche le intense ballate tra soul e country-rock “Sister Luck” e “She Talks to Angel” e la stonesiana “Jealous Again”, ai tempi fortunato singolo. Tra le bonus-track spiccano una versione molto southern di “Jealous Guy”, slow ballad di John Lennon, e una bellissima alternate take di “Jealous Again”, solo voci e chitarra acustica. Assolutamente da riscoprire.

di Giovanni Botti

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