Il bello del camminare. Dario Bondi e il progetto via Romea Germanica Imperiale

La Via Romea Germanica Imperiale è un percorso antico e ancora ben tracciato. Comincia a Trento e termina ad Arezzo, dopo 600 chilometri. È percorribile a piedi e in bici (e perché no, in parte è accessibile anche ai cavalli). A questo percorso, ma in generale alla promozione della pratica del camminare si dedica una nuova associazione che ha sede a Pavullo e che vede in Dario Bondi (foto) il punto di riferimento per il territorio della provincia di Modena.

Dario, come ti sei avvicinato al camminare?
Sono sempre stato un appassionato di cammini, in particolare di pellegrinaggi. A forza di camminare per passione e divertimento, a un certo punto mi è stato suggerito di mettermi al servizio di altri pellegrini.

E come nasce il progetto sulla Via germanica Imperiale?
Questa è una via speciale, perché offre un viaggio sia nella storia che nella natura. Mi piace definire il nostro come un progetto di penna e di scarponi. Abbiamo realizzato una guida talmente dettagliata da dividerla in due volumi. Una che va da Trento a Modena, l’altra che parte da Modena per approdare ad Arezzo. Due perché così si trasportano meglio. È importante che il pellegrino sia equipaggiato in modo leggero.

Qual è il segreto del camminare in una società, la nostra, così iper-tecnologizzata e turbo-capitalista?
Da diversi anni si diffondono concetti come il ‘chilometri zero’ per il cibo, la riscoperta degli antichi borghi, il vivere fuori della città e quindi più all’aria aperta. C’è una grande attenzione alla qualità della vita. Il camminare è un’attività a impatto zero, che consente di vedere davvero le cose, di viverle. A piedi vedi cose che non vedi in bicicletta, figuriamoci in moto o in auto. Entri in interazione con le persone. Impari che tutti sono migliori di quello che sembra. Si eliminano gli stereotipi.

È giusto parlare di ritorno ad uno slow time?
Preferisco utilizzare l’aggettivo ‘dolce’, piuttosto che lento. Il turismo dolce si approccia senza creare problemi, ma penetrando in profondità. Lo zucchero è un carburante fondamentale per far muovere le persone.

L’Appennino che tipo di fascino trasmette?
Intanto l’Appennino è una realtà geografica complessa, quindi ricca, e va trattato con rispetto necessita attenzione. È la cerniera dell’Italia, attraversato da mercanti, eserciti, imperatori e papi. Da noi è solcato da decine di vie che collegano la via Emilia alla via Cassia, in Toscana. Una volta era popolatissimo, ora è rimasto un po’ disabitato. Un tempo, ogni 500 metri o un chilometro c’era un edificio con un a famiglia numerosa. E questa assicurava la manutenzione anche della natura. I castagneti erano i granai dai quali gli abitanti traevano il sostentamento per lunghi inverni.

Chi vuole associarsi, cosa può fare?
Sul sito e sulla guida ci sono tutti i recapiti e i contatti. Camminando troverai sempre qualcuno in grado di darti una mano. Siamo anche su Facebook e su YouTube (Imperiale VRG) dove carichiamo anche le registrazioni di conferenze tematiche sulla storia, le bellezze architettoniche e artistiche, la natura, la fauna. Abbiamo in programma una conferenza al mese, da qui alla fine dell’anno.

di Francesco Rossetti

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