Il disco della settimana: “Strictly A One-Eyed Jack” di John Mellencamp

John Mellencamp – “Strictly A One-Eyed Jack”

C’era un’attesa particolare per l’uscita del nuovo album di John Mellencamp. Questo sicuramente per il fatto che il musicista dell’Indiana non pubblicava un disco di canzoni nuove dal 2017 (il più che discreto “Sad Clowns & Hillibillies”), ma anche e soprattutto per la presenza in tre canzoni di Bruce Springsteen. Una novità assoluta visto che, pur essendo amici di vecchia data, i due non avevano mai collaborato. “Strictly A One-Eyed Jack”, questo il titolo dell’album, si pone sulla scia dei lavori più recenti dell’ex coguaro, quelli che lo hanno visto prendere una direzione più decisamente cantautorale e folk-rock e, ad un ascolto attento, risulta essere forse il più interessante dell’ultima fase della sua carriera. Certo i dischi del suo periodo d’oro, in particolare la trilogia della seconda metà degli anni ’80 che va da “Scarecrow” (1985) a “Big Daddy” (1989), sono altra cosa, ma il nuovo lavoro conferma le capacità di scrittura e anche interpretative di un artista che non è mai sceso a compromessi.

La voce di Mellencamp, con gli anni, è diventata sempre più roca, al punto che in un paio di ballate (la pianistica e meditativa “Gone so Soon” e la scura “Sweet Honey Brown”) ricorda quella di Tom Waits. La presenza, tanto attesa, di Springsteen si limita a tre canzoni, a partire da “Wasted Days”, fatta conoscere in anteprima già alla fine 2021, un bel folk-rock abbastanza tipico di entrambi i musicisti con il Boss che duetta con John nel ritornello. “Did You Say Such A Thing”, il secondo brano con Springsteen, è un rock classico forse un po’ meno interessante, mentre la terza canzone che vede i due rocker insieme, la conclusiva “A Life Full of Rain”, è una ballata di grande intensità guidata dal piano e cantata da Mellencamp con voce ancora più bassa e scura, nella quale per la verità la presenza di Springsteen si avverte poco. In definitiva un bel disco, a tratti malinconico, che conferma John Mellencamp come uno degli artisti più veri e sinceri della musica americana.

di Giovanni Botti

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