Il disco della settimana: “Young Blood”, il potente rock-blues di Marcus King

Marcus King – “Young Blood” 

Marcus King è sicuramente il personaggio più interessante uscito negli ultimi anni dal sempre prolifico bacino musicale del sud degli Stati Uniti. Ventiseienne originario della South Carolina, King ha al suo attivo già cinque album, tre con la sua band e due da solista. A tenerlo al battesimo artistico fu, nel 2015, Warren Haynes, che pubblicò per la sua Evil Teen Records l’ottimo “Soul Insight”, un disco d’esordio che faceva capire qual era la principale fonte d’ispirazione dell’allora 19enne King: gli Allman Brothers e i loro derivati, compreso il tosto rock blues dei Gov’t Mule.

Dopo altri due album con la band (bellissimo soprattutto il maturo “Carolina Confessions” del 2018), il musicista di Greenville ha deciso di proseguire da solo e si è affidato al ‘Black Key’ Dan Auerbach, uno dei produttori più ricercati del momento. E se “El Dorado”, il primo lavoro esclusivamente a suo nome, era un intrigante album di soul cantautorale, col fantasma di Rod Stewart in alcuni solchi, per il nuovo “Young Blood” Marcus King cambia completamente registro. Non più ballate soul e intimiste, ma hard blues tosti e chitarristici, sullo stile di certe band inglesi anni ’70 come i Free di Rodgers e Kossof.

Ottimo chitarrista e cantante dotato di una voce intensa e bluesy, nelle undici canzoni del disco, King sembra voler gridare al mondo il periodo difficile recentemente superato, con una faticosa disintossicazione da droghe e alcol, e sfogarsi con assoli di chitarra al fulmicotone e riff di grande presa, come dimostra nell’iniziale e poderosa “It’s Too Late”. Se brani come “Rescue Me”, “Blood on The Tracks” e lo stesso rock-blues “Whisper” riportano alle radici southern dei primi album con la band, altri come le potenti “Good and Gone”e “Dark Cloud” dimostrano i recenti e ripetuti ascolti dei Free. Chiusura in chiave soul con una “Blues Worse Than I Ever Had” in stile Muscle Shoals per un album che conferma Marcus King come un artista in crescita su cui fare affidamento per il futuro.

(di Giovanni Botti)

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