La magia di una canzone da cantare e raccontare. Intervista a Sabrina Gasparini

(foto Miriam Bergonzini)

Poliedrica figura del panorama culturale modenese, Sabrina Gasparini (foto di Miriam Bergonzini) unisce la dimensione artistica di interprete della musica d’autore a quella di ideatrice, organizzatrice e promotrice di eventi. E non si ferma mai, con le idee. Per esempio questa estate ha creato una nuova rassegna di concerti alla “Casa di Valeria” di San Donnino. “Ho pensato che questo posto, con un giardino meraviglioso a fianco del complesso Vivinatura, fosse perfetto per restituire una dimensione totalmente avulsa dalla città. L’ultimo appuntamento è stato lunedì 12 settembre, con un omaggio a Ennio Morricone da parte di un ensemble di 10 persone e il violinista Gen Llukaci”.

Sabrina, quando hai cominciato a cantare?
“Intorno ai vent’anni, da autodidatta. Un pianista in un concorso canoro – era il periodo in cui Fiorello impazzava con il suo Karaoke – mi disse: che bella voce che hai, perché non canti? Non ci avevo mai pensato, avevo una formazione totalmente diversa, lontana dalla musica. Ho studiato design e marketing al Politecnico di Milano. Mi ha istigato a provare a cantare. Da lì ho cominciato a lavorare, tanti anni di piano bar. Ovvio che cantando, accompagnata da bravi musicisti, impari anche a cantare. Per anni sono andata avanti con due attività parallele: quella di organizzatrice di campagne e eventi, e la musica nel tempo libero. Finché a 40 anni ho deciso di vivere solo di musica: una scelta anomala”.

Cosa ti ha indotto a questa scelta?
Ero stata presidente di Modenamoremio per quattro anni, portandoci tutto il mio background di marketing. Nel 2007 mi dimisi perché avevo chiuso la mia attività commerciale. Ho lasciato il piano bar, ho cominciato a creare un progetto con gli amici musicisti: in sostanza è partita la mia seconda vita. Nel 2009 ho incontrato Simonetta Aggazzotti, dando avvio al progetto del salotto culturale, che è diventato una vera e propria realtà culturale della città, mentre dal 2010 ho lavorato per vivacizzare la nuova piazza XX Settembre, appena liberata dagli stand del mercato. Nel gennaio 2020 abbiamo chiuso il salotto.

Per via del Covid?
No, assolutamente, molti lo pensano, ma in realtà era una decisione presa già nell’ottobre del 2019. Tanto che andai a parlare con don Gregorio e con il priore del monastero don Stefano De Pascalis che ci diedero la disponibilità del chiostro. Un luogo meraviglioso nel quale stiamo promuovendo serate molto belle, più adatte ai nostri contenuti rispetto a piazza XX Settembre, troppo grande e dispersiva.

I tuoi eventi hanno spesso fini solidaristici, è così?
Sì, la beneficenza è qualcosa a cui tengo molto. Riesco a esercitarla perché coinvolgo bravissimi musicisti professionisti che per queste finalità prendono budget molto ridotti”

I concerti sono più magici d’estate sotto le stelle o d’inverno al chiuso?
“D’estate le persone comunque escono, quindi è più facile programmare. E i luoghi spesso fanno la differenza. D’inverno le persone escono apposta, devi lavorare sui titoli e su personaggi conosciuti sul territorio. Ma anche sulle idee. Per esempio ho avviato da anni un rapporto di lavoro con Claudio Corrado, con cui abbiamo cominciato a sdoganare la canonica lezione d’arte: raccontiamo Caravaggio con un batterista, Leonardo con il violino, etc. Mentre il 15 agosto facciamo la lezione d’opera ai Giardini ducali”.

Qual è il tuo repertorio preferito? I cantautori italiani, la musica di altri paesi…
“Sono una melodica, ho una voce leggera, non lirica. Ma ho soprattutto la capacità di comunicare col pubblico. Mi piace cantare ciò che spiego. Sai, a volte i cantautori sono ermetici. Canto anche in yiddish e in spagnolo. Propongo serate tematiche, per esempio un tributo a Gabriella Ferri, oppure progetti su Frida Kahlo e Alda Merini. Con il mio trio storico portiamo all’estero un “The best of Italy”, partendo da Nino Rota e Morricone per poi raccontare in musica le città italiane (Napoli, Roma, Venezia), mentre al Teatro Tempio abbiamo raccontato Luigi Tenco in una maniera inedita”.

Hai organizzato anche le Serate Russe, giusto?
“Sì, abbiamo fatto due edizioni di altissimo livello. Ovviamente ora, con la guerra in Ucraina, sarebbe impossibile realizzarle”.

di Francesco Rossetti

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