“Inchiostro Nero” in musica: l’intervista al cantautore modenese Nero

Foto Vignoli

È Uscito il 12 febbraio “Inchiostro Nero”, il nuovo singolo del musicista modenese Francesco Ruggeri, in arte Nero. Annunciato dal suo profilo Instagram, il brano sarà cantato in coppia con Biondo, giovanissimo rapper italiano noto per aver partecipato alla diciassettesima edizione del talent Amici di Maria De Filippi.Tra me e Simone è nata una bella amicizia – ci spiega Nero – e il desiderio di condividere questa esperienza artistica assieme”.

Quando ti sei avvicinato al mondo della musica?
La musica è il mio mondo fin da piccolo anche grazie ai miei genitori, che mi hanno regalato la prima chitarra a sei anni. Da quel momento ho iniziato a studiare questo strumento presso l’accademia di musica moderna e a dodici anni ho cominciato col canto. In seguito il vero e proprio percorso artistico è iniziato a 18 anni dopo un incontro a un’assemblea studentesca con un team specializzato in produzioni”.

Cosa significa cercare di farsi strada in questo mondo in un momento in cui live ed eventi sono fermi?
Io la sto vivendo abbastanza bene perché sui social sto ricevendo molto affetto. La canzone, infatti, sta ottenendo dei grandissimi risultati nonostante il periodo difficile. Pensa che, quando abbiamo annunciato l’uscita del singolo, abbiamo chiesto mille commenti sotto al post per avere un piccolo spoiler del brano e sono arrivati in meno di quaranta minuti”.

Che importanza hanno i social per la musica di oggi?
I social oggi hanno un’importanza enorme. Ovviamente vanno usati nel modo giusto e non bisogna abusarne. Tendono a creare moltissima attenzione ma portano via altrettanto tempo, e tra lavoro e gestione dei profili ne rimane poco per stare con le persone a cui si vuole bene. Però, per come sono fatto io, mi fa piacere dedicare anche solo un momento a tutte quelle per- sone che mi supportano online”.

Di cosa parla “Inchiostro nero” e cosa vuole trasmettere?
Inchiostro nero è un pezzo che io e Simone abbiamo scritto per raccontare una parte delle nostre relazioni passate. Perché gli amori in adolescenza sono i più forti e, nel bene o nel male, ti segnano per il resto della vita. Le pene d’amore dei giovani sono reali e non sono da sottovalutare solo per via dell’età”.

In che modo nasce un nuovo brano?
Solitamente chiamo Nelio Palladino che è l’autore che scrive assieme a me quando magari mi succede qualcosa, e da qual momento tendiamo a met- terci in chiamata e a scrivere. Diciamo che lui è un po’ il mio talismano portafortuna per quanto riguarda la scrittura, mi da quella sicurezza che mi permette di trasmettere con efficacia quello che penso e quello che voglio raccontare a modo mio”.

Quali musicisti hanno ispirato il tuo stile e la tua musica?
Personalmente ascolto un po’ di tutto. Mi piacciono molto artisti italiani come Mengoni e Ligabue. Marco Mengoni è il cantante che mi ispira di più per come racconta le sue storie e la fragilità che mette nei suoi testi. Invece per quanto riguarda il panorama internazionale mi vengono in mente Sam Smith, James Arthur, Ozuna e Moluma“.

Nonostante “Inchiostro nero” sia uscito solo da un paio di settimane, Nero è già proiettato al futuro nel quale sono già in previsione altre canzoni e collaborazioni importanti. “Il mio futuro di musicista – racconta – vedrà a breve l’uscita di un altro singolo. Probabilmente avverrà entro l’estate. Si tratterà sempre di una collaborazione molto importante con un artista che stimo tantissimo sia a livello musicale che umano. Poi successivamente mi chiuderò in studio e progetterò l’album che dovrebbe uscire in teoria tra ottobre e novembre, covid permettendo“.

Un artista col quale ti piacerebbe tantissimo collaborare?
Il primo che mi viene in mente è senza dubbio Marco Mengoni, per quanto riguarda la cifra stilistica che vedo molto vicino alla mia. Se invece dovessi andare sul panorama internazionale, il pallino che mi sono messo in testa è un artista americano che si chiama Polo G, che non c’entra molto col mio mondo però a livello di scrittura e talento per me è davvero fantastico”.

Un’ultima domanda, quali sono i tre dischi che por teresti con te sulla classica isola deserta?
Ecco questa è una domanda molto difficile, se posso apro un attimo la libreria così riesco a ragionarci meglio. Penso che mi porterei “Montagne Russe” di Random, un altro artista che stimo tantissimo, poi l’album di Mengoni “Atlantico” e per ultimo Polo G “The Goat”.

 

 

di Francesco Palumbo

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