San Geminiano, storia, leggenda e tradizione: l’intervista a Gabriele Sorrentino autore di un libro dedicato alla figura del Santo

Dopo il successo della saga “Mutina”, il giornalista e scrittore Gabriele Sorrentino ha deciso di pubblicare la monografia “San Geminiano, vescovo e protettore” (Terra e Identità) dedicata proprio alla vita del nostro santo patrono.

Gabriele, dato che ha sempre trovato ampio spazio nei tuoi libri, che cosa rappresenta per te la figura di San Geminiano?
Da modenese sono sempre stato molto affezionato a San Geminiano, fin da piccolo. Andare a visitare la tomba aperta, era quasi come andare a trovare una persona di famiglia. Essendo uno storico e scrittore di romanzi ho provato ad approfondire la sua figura. Forse non tutti sanno, ma San Geminiano era un romano, ed è vissuto nel quarto secolo dopo Cristo, all’epoca di Costantino. L’altro aspetto interessante è che non è venerato solo a Modena, ma anche a Pontremoli e San Gimignano in Toscana, a Pieve d’Olmi in provincia di Cremona e a Vielmur-sur-Agout, in Francia. Inoltre era molto venerato anche a Venezia”.

Qual è il passaggio da un romanzo storico alla stesura di un saggio?
Sono due stili di scrittura differenti: nel romanzo storico si ha più libertà, ma ti obbliga a farti delle domande in più; il saggio, invece, la difficoltà è nel motivare tutto quello che dici, ovvero citando le fonti. Nel libro ci sono alcuni paragrafi in cui parlo appunto delle fonti che si hanno su San Geminiano, mettendole a confronto. La mia intenzione era quella di creare una monografia che fosse una guida per coloro che volessero approcciarsi al personaggio”.

Perché proprio il 31 gennaio è il giorno di San Geminiano?
E’ la data che la tradizione indica come quella della sua morte, che dovrebbe essere avvenuta intorno al 397 dc”.

Quando, invece, si è cominciato a festeggiare San Geminiano con la sagra e gli eventi in centro storico?
Non ci sono grandi notizie su come si festeggiava in quel periodo, ma piazza Grande è sempre stata zona di fiere e mercati. La reliquia del braccio, invece, risale al dodicesimo secolo. La tomba di San Geminiano fu aperta per la prima volta nel 1106, durante il cantiere dell’attuale duomo, quando si decise di spostarla nella nuova cripta. Nel farlo, la aprirono per controllare il contenuto e, da quanto sappiamo, scoprirono che la tomba non era mai stata aperta fino ad allora. Venne richiusa, salvo poi essere di nuovo aperta nel 1184 da papa Lucio III. E in quell’occasione vennero presi dei pezzi del corpo per farne delle reliquie, tra cui il braccio. La tradizione invece di aprire la tomba nel giorno di San Geminiano è più recente, e risale al 1955, anno del quale fu aperta durante dei lavori di restauro”.

Come mai il culto di San Geminiano è arrivato fino in Francia?
Ci sono diverse teorie al riguardo. Una, non del tutto confermata, parla di una nipote di Matilde, mandata in sposa ad un signore del posto, che portò con sé una reliquia. Un’altra, invece, riguarda ai signori di Tolosa, i quali parteciparono alle crociate ed erano legati ai frati benedettini, che probabilmente portarono il culto da Modena grazie alla mediazione di Matilde. La certezza assoluta non c’è, però c’è un momento in cui l’abbazia di Frassinoro passò sotto il controllo di un monastero in Francia, nella stessa diocesi in cui venne indetta la Prima Crociata. Quindi è molto probabile che nel giro di tutte queste alleanze, questa reliquia benedettina di San Geminiano sia arrivata a Vielmur”.

Qual è il legame tra San Geminiano e la fonte a Cognento?
E’ vero che si dice che sia nato proprio lì?“Il fatto che lui sia nato a Cognento viene affermato nel 1500. Invece il culto della fonte è molto più antico: in realtà le sue proprietà miracolose e il fatto che sia dedicata a San Geminiano si conoscevano già. Però, ho scoperto una cosa interessante. Tra le varie teorie sull’origine del suo nome, una afferma che lui possa essere stato un membro della Gens Geminia, che esisteva veramente nel mondo romano di quell’epoca ed è attestato da due iscrizioni trovate proprio tra Marzaglia e Cognento. Siamo più nella narrativa che nella storiografia pura, ma effettivamente trovare due lapidi legate alla Gens Geminia proprio nei pressi di Cognento risulta quanto meno affascinante”.

 

di Mattia Amaduzzi

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