Modena Ieri & Oggi: Laura Adani attrice, tra il teatro e Totò

Amatissima da un critico esigente come Alberto Arbasino, Laura Adani è una di quelle attrici che ha attraversato come un ciclone il Nocecento teatrale italiano, esprimendo un temperamento e una personalità fuori dal comune. Ebbene, era nata a Modena nel 1913, anticipando di un anno lo scoppio della prima Guerra, e nei paraggi della Ghirlandina crebbe, segnata da una certa inquietudine. “Venivo dalla provincia e sentivo il bisogno di emergere”, racconterà. Il grande pubblico la ricorderà sullo schermo per il film di Mauro Bolognini, “Arrangiatevi” (foto) del 1959, dove recita insieme a Totò e nel quale ha il ruolo della moglie del protagonista (Peppino De Filippo), costretta suo malgrado ad accettare, a causa della difficoltà nel trovare alloggi, di trasferirsi in una ex casa di tolleranza diventata rispettabile, subito dopo l’entrata in vigore della Legge Merlin.

Laura Adani fu però soprattutto una grande attrice di teatro. Non ancora diciottenne, la giovane modenese venne introdotta dal cognato attore Ernesto Sabbatini nella compagnia di Tatlana Pavlova, grande attrice russa, fuggita dopo la Rivoluzione e trapiantata in Italia negli anni fra le due guerre. Debuttò nei panni di una vecchia carcerata in “Resurrezione” di Tolstoj. Poi figurò come unica presenza femminile nel cast del dramma bellico “I rivali”, accanto a Vittorio De Sica. Lavorò diversi anni al fianco di un capocomico come Renzo Ricci, quindi divenne la prima attrice più giovane d’Europa. Già nel 1943 aveva l’autorevolezza per fondare una propria compagnia, coadiuvata dai giovani Ernesto Calindri e Tino Carraro. Nella sua compagnia di giro, come avviene a volte nel mondo del palcoscenico, due giovanissimi attori s’innamorarono: Vittorio Gassman e la sua prima moglie Nora Ricci.

La Adani recitò diretta dai migliori registi della sua epoca, da Giorgio Strehler a Luchino Visconti. Di quest’ultimo, nel 1947 sposò il fratello, il duca Luigi Visconte di Modrone. Vent’anni più tardi rimase vedova. Recitò Ofelia nell’Amleto, Gasparina nel Campiello di Carlo Goldoni, la Dama delle Camelie nel dramma di Dumas, e fu la prima celebrata interprete italiana del classico “Giorni felici” di Samuel Beckett, per la regia di Roger Blin. Nel 1969 si risposò con l’ammiraglio Ernesto Balbo Bertone, conte di Sambuy, duca di Nochera. Insomma, aveva un debole per l’alta aristocrazia del nord Italia. “Ero camaleontica in teatro, lo sono anche nella vita”, confessò in un’intervista. Trascorse i suoi ultimi anni in una villa ai piedi della collina di Torino, dove morì nel 1996. Riposa sepolta – lei, modenese curiosa e intraprendente – nel cimitero di Chieri.

di Francesco Rossetti

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