Storie di Sport: Matteo Ciofani, vero esperto in promozioni

(Foto Campanini-Baracchi)

Matteo Ciofani è un vero e proprio esperto in promozioni e quella conquistata quest’anno con il Modena è stata la quarta della sua carriera. Le altre tre, il terzino abruzzese, le aveva ottenute con la maglia del Frosinone, con la quale è stato tra i protagonisti del doppio salto dalla C alla A tra il 2013 e il 2015. Un’altra promozione in A, sempre con i ciociari, l’ha conquistata invece vincendo i play off al termine del campionato 2017-18. “E’ innegabile che i miei anni migliori li ho vissuti a Frosinone – racconta Ciofani – ho conquistato tre promozioni e ho giocato un campionato di serie A insieme a mio fratello Daniel. L’esordio in A? Fu alla prima giornata in casa contro il Torino, entrai nel secondo tempo. Ero emozionatissimo e dopo pochi minuti Quagliarella mi rubò una palla a centrocampo e io, per evitare il contropiede, fui costretto ad atterrarlo prendendomi subito il cartellino giallo. Ricordo che pensai: “cominciamo bene”. Quella stagione, nonostante la retrocessione comunque dignitosa, fu un sogno e la porterò sempre nel mio cuore”.

Matteo torniamo agli inizi. Ricordi i primi calci dati ad un pallone?
Si li ho tirati nel cortile di casa assieme a mio fratello. Poi la prima scuola calcio l’ho frequentata a 6 o 7 anni nel mio paese, Cerchio in provincia dell’Aquila. Dopo sono andato in altre nella zona, a San Benedetto dei Marsi e Pescina, prima di entrare a 13 anni nel settore giovanile del Pescara.

Tuo fratello Daniel è attaccante e tu terzino. Anche da ragazzi i ruoli erano questi?
Mio fratello è cresciuto col mito di Van Basten e, possiamo dire, che è nato con la maglia numero 9 sulle spalle. Anche nel cortile di casa, dove nostro padre, nel Natale del ’94, ci regalò una porta da calcetto, lui era il bomber e qualcuno i cross doveva pur farglieli. Quel qualcuno ero io. I nostri ruoli si erano già delineati, io crossavo e lui faceva gol ed è una cosa che siamo riusciti a fare a Frosinone in tutte e tre le categorie, dalla C alla A. A raccontarla sembra quasi una favola.

Il tuo esordio tra i professionisti è stato nel Pescara?
Si, come dicevo prima, lì ho fatto tutta la trafila delle giovanili e il 5 maggio del 2007 sono riuscito ad esordire in serie B. La partita era Pescara-Crotone, io ero un ragazzino e fu una emozione grandissima.

Da ragazzino chi era il tuo giocatore preferito?
Sono tutt’ora tifoso del Milan, anche se con gli anni la passione è un po’ scemata. Da ragazzino però ero veramente un tifoso incallito e il mio giocatore preferito non poteva essere che Paolo Maldini. Sono contento che sia tornato al Milan, perché è una persona competente e umile al tempo stesso, un campione.

Qui a Modena hai conquistato la tua quarta promozione. Qual è stato il momento chiave della stagione? 
Credo che i momenti chiave siano più di uno, io ne ho individuati tre. Innanzitutto la settimana dopo la sosta natalizia con il trittico di partite con Entella, Reggiana e Cesena, perché è li che abbiamo capito davvero di essere pronti per tentare il grande salto. E poi i gol oltre il 90’, quello di Minesso col Pescara e soprattutto quello di Gagno con l’Imolese, qualcosa di incredibile e imponderabile che sarà ricordato da tutti.

A Modena come ti stai trovando?
Benissimo, sia io che la mia famiglia ci siamo integrati alla grande. Modena è una città bella e a misura d’uomo, una città efficiente dove non c’è bisogno di conoscere l’amico dell’amico. Tutto qui funziona.

Nel tempo libero cosa ti piace fare?
Ma guarda, io e mia moglie abbiamo due bambini piccoli che richiedono un enorme impegno, quindi in questo momento abbiamo pochissimo tempo per noi. Non appena diventeranno un po’ più grandi mi piacerebbe viaggiare assieme a mia moglie, conoscere altri paesi, altre culture, una cosa che potrebbe arricchirci. Questo è l’hobby che spero di poter coltivare in futuro.

Segui altri sport oltre al calcio?
Non in maniera particolare, mi piace il tennis che vorrei anche praticare, una volta smesso di giocare a calcio.

A proposito del futuro, lo vedi ancora nel calcio?
Questo è un bel punto interrogativo, è un pensiero ricorrente visto che col passare degli anni il momento di smettere di giocare si avvicina. Non so ancora se vorrei restare nel mondo del calcio. In realtà è l’unica cosa che so fare e sarebbe un peccato non sfruttarla, però ad oggi ti direi di no. E’ un ambiente che non mi fa impazzire e mi piacerebbe piuttosto avviare una qualche attività assieme a mia moglie e vivere una vita tranquilla. Noi veniamo da un piccolo paese e siamo gente umile che vive di piccole cose.

di Giovanni Botti

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien