Storie di Sport: Mauro Coppolaro, il Modena, la Play Station e… Puyol

(Foto Modena Fc 2018)

Mauro Coppolaro è uno degli acquisti estivi del Modena, riapprodato in serie B dopo sette anni di assenza. Classe 1997, ha già alle spalle parecchie presenze in cadetteria e diverse convocazioni nelle varie Nazionali giovanili. Con la maglia Azzurra dell’under 20 ha anche partecipato ai Mondiali di categoria del 2017 in Corea del Sud, che hanno visto l’Italia conquistare il bronzo. A Modena è arrivato come terzino destro, ma può benissimo ricoprire anche il ruolo di difensore centrale. “In realtà io nasco centrale – ci racconta – e in quel ruolo ho giocato nelle varie giovanili, compresa la Nazionale. Fu Boscaglia, al Brescia, a spostarmi a destra e da quel momento mi sono trasformato. Posso comunque ricoprire entrambi i ruoli”.

Mauro, quando hai cominciato a giocare a calcio?
I primi calci al pallone li ho tirati da bambino nel cortile di casa, a Foglianise in provincia di Benevento, con mio fratello e mio cugino. Poi a circa 9 anni ho iniziato a frequentare la scuola calcio del mio paese. Ci fu un torneo di fine anno con squadre professionistiche, mi vide un osservatore della Reggina e mi portò nel loro settore giovanile. Avevo quasi 14 anni e mi trasferii a Reggio Calabria. Vivevo in un convitto assieme ad altri ragazzi e sono rimasto lì quattro anni, esordendo anche in serie B contro il Brescia.

Alla Reggina hai incontrato Roberto Cevoli, uno che a Modena ha vissuto stagioni importanti…
E’ vero, fu lui, quando giocavo negli Allievi, a volermi portare in Primavera nonostante fossi ancora sotto età.

Il passaggio all’Udinese come è avvenuto?
Il presidente della Reggina, che allora era Lillo Foti, trovò l’accordo con l’Udinese e io andai in Friuli. Lì ho fatto due anni tra Primavera e prima squadra. Sono andato tante volte in panchina in serie A, ma non ho mai esordito.

Il ritorno in serie B dove è stato?
L’Udinese mi mandò in prestito al Latina. Era il mio primo vero anno fuori dalla Primavera e fu una stagione difficile e travagliata. Il Latina era in difficoltà, non ci pagavano e alla fine siamo retrocessi e falliti.

E dopo Latina?
Sono passato al Brescia, sempre in prestito dall’Udinese. Anche quello non fu un campionato facile. Con l’arrivo di Cellino cambiammo un po’ di allenatori ma alla fine riuscimmo a salvarci all’ultima giornata contro l’Ascoli. Dopo Brescia sono andato al Venezia, un’altra stagione con tre allenatori in un anno nella quale retrocedemmo ai play out (ma furono ripescati per il fallimento del Palermo), poi mi ha preso l’Entella dove sono rimasto tre anni. Nel primo abbiamo sfiorato i play off, ma forse si poteva fare qualcosa di più e nel secondo siamo retrocessi. L’anno scorso, in serie C, alla prima giornata contro il Teramo, ho segnato il mio primo gol da professionista.

Quest’estate è arrivata la chiamata del Modena…
Si, mi ha chiamato il mio procuratore e mi ha detto che c’era la possibilità di venire a Modena, all’inizio quasi non ci credevo. La trattativa è andata avanti un po’ poi si è conclusa positivamente. Sono molto contento di essere qui, è un bell’ambiente con una società ambiziosa che non ti fa mancare niente.

Conoscevi già qualche tuo nuovo compagno?
Si, con Magnino avevo già giocato a Udine e con Gagno a Brescia. Molti altri poi li ho spesso incontrati da avversari.

Al Braglia avevi già giocato?
A parte l’anno scorso, ero venuto solo una volta, con l’Udinese, quando c’era il Carpi in serie A. Ero in panchina ma non giocai.

Qual è la tua squadra del cuore?
Per la verità non sono un grande tifoso, simpatizzo un po’ per il Napoli e per l’Arsenal che,  assieme al Barcellona, era la squadra che usavo sempre alla play station.

E il tuo idolo da ragazzino?
Era Puyol. Come ti dicevo alla Play station tenevo spesso il Barcellona e lui era fortissimo come del resto nella realtà.

A Modena come ti trovi?
Molto bene, è una bella piazza, i tifosi ti fanno sentire il loro calore e con la mia famiglia ci stiamo ambientando. Siamo riusciti a trovare casa in centro, anche se non è stato affatto facile. E’ un po’ piccola, ma si sta bene.

Quando non giochi a calcio cosa ti piace fare?
Mi piace stare con la famiglia, con mio figlio che fa quattro anni a dicembre. Poi ogni tanto giocare alla play station con i miei compagni di squadra e anche con ex compagni con cui ancora mi sento.

Segui altri sport?
Un po’ tutti, il tennis, l’Nba, la Formula Uno…

Sei un ragazzo social?
Sui social ci sono, ma diciamo che faccio la comparsa.

Che campionato ti aspetti quest’anno?
Non siamo partiti benissimo, ma penso che possiamo riprenderci e fare una buona stagione conquistando la salvezza.

(di Giovanni Botti)

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