Thomas Battistella, friulano di Pordenone, è uno dei giocatori giovani più interessanti nella rosa del Modena, al punto che il tecnico Pierpaolo Bisoli, appena arrivato sulla panchina gialloblu, lo paragonò a Marco Parolo, da lui lanciato ai tempi del Foligno. I suoi inizi in maglia canarina però non sono certo stati fortunati visto che il primo anno l’ha perso tutto per un grave infortunio. “C’erano grandi aspettative sia da parte della società che da parte mia – ci racconta – venivo da un ottimo anno ed ero carico a mille. Purtroppo quell’infortunio mi ha frenato, però non posso dire che sia stato del tutto un anno perso, perché mi ha fatto crescere come persona. Mi sono trovato da solo, infortunato, ad arrangiarmi in tutto. Il gruppo era nuovo e non avevo ancora amicizie forti, è stato un periodo impegnativo che però mi ha formato”.
La scorsa stagione ti sei rifatto e hai segnato i tuoi primi gol in B…
E’ vero. All’inizio ho giocato poco, sia per scelte del mister che per il fatto che dovevo ancora entrare in condizione, essendo stato fuori un anno. Poi nel ritorno sono riuscito a fare qualcosa di positivo e quando è arrivato mister Bisoli ho trovato ancora più spazio. Lui ha speso grandi parole per me e ha fatto un paragone davvero importante, quindi lo devo solo ringraziare.
Thomas torniamo un po’ indietro, come è nata la tua passione per il calcio?
E’ nata soprattutto grazie a mio padre che giocava a livelli dilettantistici. Posso dire di essere cresciuto con il pallone già nel letto e a cinque anni sono entrato nel Fontanafredda, una squadra di paese. Dopo sette o otto anni sono passato al Vittorio Veneto, poi, all’età di quindici anni, al settore giovanile dell’Udinese.
A Udine hai debuttato in prima squadra?
No, solo qualche convocazione. La prima panchina l’ho fatta a 16-17 anni, ma non ho mai esordito. In quella squadra c’erano giocatori di caratura internazionale come De Paul e Pereyra e ad allenarsi con loro qualcosa si impara.
Da ragazzino qual era la tua squadra del cuore?
La Juventus, anche questa una passione che mi è stata trasmessa da mio padre. In casa siamo tutti juventini. Da piccolo il mio idolo era Del Piero, poi crescendo è diventato Arturo Vidal. Posso dire che sia un po’ il mio modello.
L’esordio in prima squadra è avvenuto a Carrara con una bandiera dell’Udinese…
Si il mister era Totò Di Natale che a Udine non avevo potuto incontrare essendo salito in prima squadra quando lui aveva già smesso. A Carrara mi ha dato tantissima fiducia e ho fatto un’ottima annata, con sette gol. Posso dire che lui è stato importante per la mia crescita.
Uno di quei gol lo segnasti proprio al Modena…
E’ vero, a gennaio c’era già stata qualche voce di un interessamento del Modena, ma nulla di più. In quella partita io tornavo da un infortunio ed entrai nella ripresa, ma riuscii a fare gol e una buona prestazione. Una bella soddisfazione farlo con una squadra che si è interessata a te. In estate poi si è concretizzato il tutto e per me è stata un’opportunità per crescere, uscire di casa e fare un’esperienza da solo.
Che scuole hai frequentato?
Ho fatto ragioneria, un istituto di finanza e marketing. Ogni giorno andavo a scuola, poi la nonna veniva a prendermi mezzoretta prima della fine, mangiavo in macchina con lei e prendevo il treno per Udine. Così tutti i giorni per cinque anni. Far convivere studio e calcio non è facile, per fortuna c’erano i nonni che sono stati meravigliosi.
Di Modena città cosa ti piace?
I tortellini, riescono sempre a portare qualche sorriso. Scherzi a parte Modena è una città bellissima e dal punto di vista gastronomico non ci si può lamentare, anzi. E poi con i tifosi gialloblu ho legato fin da subito.
Il tempo libero come lo impieghi?
Quest’anno ho promesso di fare qualche corso e iniziare a studiare inglese. Come hobby mi piace leggere e uscire con i compagni. A volte mi diverto anche a giocare alla play station.
Se dovessi scegliere, cinema o musica?
Musica. Il mio cantante preferito è Eminem, però mi piace anche la musica italiana, come Vasco Rossi o i classici. Ascolto un po’ di tutto.
Segui anche altri sport?
Mi piace tantissimo la Formula Uno. Poi il basket NBA e, un po’ meno, il tennis.
I social li usi?
Li uso più che altro per sapere quello che succede, al giorno d’oggi ormai tutte le notizie passano da li. Quello che preferisco è Instagram.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Arrivare in serie A col Modena, sarebbe una grandissima soddisfazione, soprattutto per come era iniziata questa avventura. E la società e la città lo meriterebbero.
Se non fossi diventato un calciatore cosa avresti fatto?
Probabilmente sarei andato a lavorare con mio papà che ha un’azienda di edilizia, però non so se mi sarebbe piaciuto. Da piccolo mi sono avvicinato anche un po’ al mondo dei motori e usavo il Go-kart a casa, ma è una passione che non ho mai portato avanti come quella per il calcio.
(di Giovanni Botti)