La cultura va in streaming, ma si pensa al futuro. Intervista all’assessore Bortolamasi

Andrea Bortolamasi è l’assessore alla Cultura del Comune di Modena, in un momento del tutto inedito per la città (per il pianeta intero, per la verità), alle prese con il Coronavirus. Da qualche tempo posta sulla sua pagina Facebook quelli che definisce, con il dovuto understatement, “consigli non richiesti”. “Questo piccolo appuntamento quotidiano sulla mia pagina”, spiega, “è un modo per provare a raccontare questo periodo, tenendo insieme le mie passioni personali e, in maniera meno istituzionale del solito, il mio ruolo di assessore, segnalando e valorizzando quello che diversi soggetti e istituti culturali in città propongono, in questo periodo di blocco generale”.

Blocco è una parola chiave per definire questo periodo. Cosa fa un assessore alla cultura di una città vivace come Modena in tempi di quarantena da Covid-19?

Anzitutto vorrei ringraziare tutti i dipendenti dell’assessorato e del settore cultura del Comune di Modena perché, in modalità smart working, mantengono un presidio costante sia negli uffici che negli istituti culturali: biblioteche, musei, archivio. Questo ci ha permesso due cose: la prima, di mantenere aperto il dialogo e il confronto con gli operatori del settore e il mondo della cultura, anche per arrivare già a una prima stima di danni e capire quali possono essere le misure di sostegno. E’ un mondo, quello della cultura, che attraversa una grande difficoltà: i cinema e i teatri sono chiusi, le produzioni ferme. Parliamo di tante persone che lavorano da anni nella cultura e la maggioranza di essi non può accedere a strumenti come gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione, per la loro peculiare tipologia di contratto. L’altra necessità è mantenere vivo il filo che tiene insieme una comunità come la nostra città, ed è un filo che passa sempre attraverso la cultura. Registro un impegno straordinario da parte di tutti i soggetti coinvolti per imbastire e garantire una fruizione da remoto, dal divano e dal salotto di casa, rispetto agli spettacoli, ai musei, le mostre e gli approfondimenti culturali. Segnalo che Modena sta partecipando in modo attivo e qualificato al palinsesto di Lepida Tv, a dimostrazione della vivacità del tessuto culturale cittadino.

Lo spettacolo dal vivo però ha bisogno di contatto fisico per esprimersi, non può essere sostituito dallo streaming…

Decisamente, noi ci siamo inventati tutto quello che potevamo con lo streaming, le pillole video sui social, etc. Tutto ottimo, ci mancherebbe altro, ma restiamo consapevoli che se si chiama “spettacolo dal vivo” c’è un motivo. La dimensione della prossimità è un fattore dirimente, ineludibile. Un conto è andare a teatro, un conto è guardare qualcosa allo schermo di un computer. E questo vale anche per il cinema rispetto allo streaming sulla tv di casa propria.

Previsioni per il futuro?

Programmiamo costantemente la ripartenza per essere pronti quando ci saranno le condizioni di sicurezza per riaprire i luoghi della cultura e far ripartire la città. Ci dovrà essere una forte attenzione rispetto all’offerta culturale. Certo, andranno compiute scelte sulle modalità e le misure di sostegno, soprattutto a favore di chi rischia con questa crisi di vedere travolto il lavoro fatto negli anni. Questo vale per tanti soggetti: da istituzioni come Emilia Romagna Teatro fino ai gruppi inseriti dentro il progetto Andante, al Teatro dei Venti, a chi organizza spettacoli di musica dal vivo. E’ un settore che va sostenuto da un punto di vista economico (e non bastano certo i Comuni a farlo), e che va messo nelle condizioni – ci auguriamo tutti il prima possibile – di ripartire e lavorare. Stiamo già lavorando sulla programmazione, in particolare quella dei mesi estivi dove si potrà anche tornare a occupare spazi di socialità.

Vale a dire che gli eventi di maggio sono da dimenticare, per ora? Per esempio ‘Nessun Dorma’, la Notte Bianca modenese?

Ragioniamo su diverse ipotesi: una di queste prende in considerazione anche maggio. Non so se ci saranno le condizioni per fare qualcosa, se per esempio verrà confermata la Notte europea dei musei del 16 maggio. Ma faccio anche un passo indietro: già intorno al 25 Aprile, di cui ricorre il 75° anniversario, avevamo un calendario ricco di iniziative pubbliche, ma certo non credo avremo le condizioni di sicurezza per pensare a ritrovi di larga fruizione. Questo non vuol dire che non si debba celebrarlo in maniera adeguata; stessa cosa per gli eventi di maggio. Al momento lo scenario più verosimile è che all’avvio dell’estate potremo ripartire con un calendario piuttosto simile a quello degli anni precedenti. Ma tutto dipende da come evolverà la situazione sanitaria.

di Francesco Rossetti

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien