Musica: la recensione dell’album “Friends Along The Way” di Mitch Woods

Mitch Woods, classe 1951, è un pianista newyorkese che, da inizio anni ‘80, porta in giro assieme alla sua band, i Rocket 88s, un vibrante mix di blues, rock e boogie-woogie. Negli ultimi anni, il musicista di Brooklyn ha pubblicato alcuni album in cui si è fatto affiancare da altri artisti più o meno noti, da “Big Easy Boogie” del 2006, dedicato a New Orleans, al live “Jammin’ On The High” del 2015 che vedeva ospiti alcuni bluesman di valore come Tommy Castro e Popa Chubby. Il nuovo lavoro, “Friends Along The Way” uscito ad ottobre, vede la presenza di musicisti ancora più prestigiosi ed è probabilmente il migliore della carriera di Woods. Sedici brani, registrati in epoche diverse, in cui il pianista suona e canta assieme a Van Morrison, Taj Mahal, Charlie Musselwhite, Joe Louis Walker, Cyril Neville e persino John Lee Hooker, tanto per citarne alcuni. I tre pezzi con Van The Man e Taj Mahal, da soli, valgono già il prezzo del disco, a partire dalla splendida versione iniziale di “Take This Hammer”, classico di Leadbelly cantato da Morrison con un’intensità unica. Molto bella anche la delicata ballata “Singin’ The Blues” di e con Ruthie Foster, mentre la conclusione è affidata alla sempre brava Marcia Ball che rifà un classico blues di New Orleans, “In The Night” di Professor Longhair. Da non perdere.

di Giovanni Botti

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