Approvate le strategie future della sanità modenese sulla base dell’esperienza Covid-19

Realizzare reti di raccordo tra ospedali e territorio, rafforzare la domiciliarità, potenziare l’integrazione tra sanità e sociale e valorizzare le qualità dell’Università per incrementare la formazione e il numero degli specializzandi.

Sono i principi contenuti nel documento sulle “Azioni per il potenziamento del sistema socio-sanitario nella Provincia di Modena alla luce dell’emergenza CoviD-19”, approvato mercoledì 22 luglio dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria modenese su proposta del presidente Gian Carlo Muzzarelli.

L’emergenza non è certo conclusa – ha affermato Muzzarelli – e i mesi drammatici che abbiamo passato durante la pandemia hanno messo in evidenza la qualità della nostra sanità del personale e di tutti i soggetti coinvolti che non smetteremo mai di ringraziare per l’impegno, ma ora è il momento di trarre anche le giuste indicazioni da questa esperienza per un ulteriore salto di qualità del nostro sistema“.

L’assistenza infermieristica, si legge nel documento, deve essere garantita sulle 24 ore, “in base all’intensità assistenziale ed alla gravità clinica degli ospiti, occorre favorire la presenza di un medico di struttura, responsabile di tutte le attività sanitarie a tutela del corretto governo clinico degli ospiti“.

La conferenza, inoltre, ritiene necessario che la Regione apra un confronto con i territori per verificare il sistema di accreditamento delle strutture perché “durante la pandemia le strutture hanno mostrato alcune fragilità che la Conferenza si impegna ad affrontare insieme alla Regione“.

Occorre, inoltre, rafforzare la fiducia tra parenti, enti gestori e istituzioni; ridefinire alcune regole e controlli delle strutture; rivalutare il fabbisogno complessivo di posti letto accreditati perché le attuali misure di distanziamento accentueranno i tempi lunghi di scorrimento delle graduatorie, portando i parenti sempre più alla ricerca di soluzioni private non accreditate, va ridefinito il ruolo sanitario (medico ed infermieristico) nelle residenze.

Andrebbero rivalutate, infine, le tariffe regionali a carico del Fondo regionale per la Non autosufficienza per tenere conto delle nuove regole del distanziamento, dell’utilizzo di materiali per la protezione individuale e previste risorse aggiuntive per lo sviluppo della presenza medica ed infermieristica.

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