Diritto di precedenza e Codice della Strada: ne parliamo con Castelli di Fiab Modena

Quest’anno, dal 16 al 22 settembre, la Settimana Europea della Mobilità punta i riflettori sulla sicurezza del camminare e andare in bicicletta e sui vantaggi per la salute, l’ambiente e il conto in banca. Cogliamo lo spunto suggerito e parliamo di sicurezza in bicicletta a Modena con Giorgio Castelli, membro del consiglio direttivo di Fiab.

Quali sono, Castelli, le ciclabili più rischiose per chi va in bicicletta a Modena?
I dati sugli incidenti dicono che sono in calo morti e feriti sui mezzi a motore mentre, al contrario, non calano gli incidenti con biciclette e pedoni, sono costanti. In una città piccola come la nostra, i numeri sono modesti ma estremamente rilevanti, un morto o due all’anno è comunque un numero importante. I punti più critici, segnalati anche nel Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), sono le radiali di accesso alla città. La Giardini, Via Emilia Est e Ovest e la Vignolese son quelle con più incidenti che coinvolgono i ciclisti ma anche dove c’è più traffico sia veicolare che pedonale e ciclabile. Sono le zone dove la conflittualità è maggiore.

Il problema è il modo in cui sono progettate le ciclabili o c’è altro?
Sono tante le cause ma credo che uno degli aspetti rilevanti sia che sulle strisce pedonali e sugli attraversamenti pedoni e ciclisti hanno la precedenza. Il precedente codice della strada diceva ‘i pedoni attraversano sulle strisce’ senza dire nulla sul diritto di precedenza. Il Codice della strada del ’92, invece, lo dice chiaramente ma quel diritto di precedenza non è una cosa acquisita nella mentalità comune. Per un automobilista è normale passare sulle strisce senza guardare se arriva qualcuno. Pedoni e ciclisti si devono conquistare il diritto di attraversare che è sancito dalla norma ma non dall’uso comune, questo incide sulla sicurezza. La prima causa dell’incidentalità, però, è senza dubbio la velocità. In città le auto superano spesso i 50 km/h e anche dove c’è il limite dei 30 questo non viene rispettato. Le attività di vigilanza sulla velocità e il rispetto del diritto di precedenza di pedoni e ciclisti, anche in ambito urbano, dovrebbero aumentare.

Come giudica i recenti controlli della Polizia Municipale sulle luci delle biciclette?
I controlli sono una cosa molto positiva, perché il rispetto delle regole deve valere per tutti. Da oltre dieci anni, intorno a metà ottobre, organizziamo una grande biciclettata serale che si chiama ‘M’illumino di più’ rivolta proprio ai ciclisti perché si dotino di sistemi di illuminazione. Il ciclista che gira per la città quando fa buio, vedendo tutti gli altri veicoli illuminati, crede di essere visibile a sua volta e invece non è vero, è una percezione assolutamente sbagliata! Sarebbe importante, però, anche organizzare dei controlli serrati negli attraversamenti pedonali e ciclabili più importanti per fermare i veicoli che non li rispettano. Aggiungo anche che, purtroppo, sul mercato italiano, a differenza di altri paesi europei, a tutt’oggi è ancora possibile vendere biciclette prive di dispositivi di illuminazione. In Germania, ad esempio, si vendono solo biciclette con la dinamo incorporata nella ruota anteriore. Occorre uno sforzo dei ciclisti che devono rispettare il codice, attenzione delle forze dell’ordine a farlo rispettare e dei costruttori che devono mettere luci sicure.

 

di Patrizia Palladino

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