Perché è necessario il Green Pass? L’intervista al dr Casaletti del Servizio Igiene Pubblica

Per capire nel dettaglio come funziona il Green Pass, quali sono i requisiti per ottenerlo e le situazioni in cui è richiesto, ma anche per parlare dell’obiettivo sanitario e sociale di una misura così drastica, abbiamo interpellato il Dottor Giovanni Casaletti, direttore del Servizio Igiene Pubblica dell’Ausl di Modena.

Cominciamo dai requisiti per ottenere il documento? Quali sono Dottor Casaletti?
Il Green Pass attesta la situazione individuale nei confronti dell’infezione da Covid-19 e del rischio di trasmetterla ad altri. Non è richiesto al di sotto dei 12 anni. Risponde alla domanda: quando una persona frequenta contesti a rischio di trasmissione del virus, qual è il rischio? Basso o indeterminato? Si valutano tre elementi: l’effettuazione di un tampone con esito negativo (il basso rischio è riconosciuto per 48 ore), aver contratto l’infezione in epoca recente (per 6 mesi dopo la positività di un tampone molecolare), aver effettuato una dose di vaccino (documento valido fino alla prima data utile per la dose di richiamo), aver completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni (validità 9 mesi)”.

Dal punto di vista sanitario, qual è la necessità alla base di una misura tanto forte?
Il Green Pass nasce dall’esigenza di coniugare la ripresa della vita sociale ed economica del Paese, superando la misura estrema del lockdown, e la necessità di mantenere attive tutte le misure possibili per contrastare la diffusione del virus. La netta prevalenza attuale della “variante delta” costringe a misurarsi con un virus dotato di maggior capa- cità e velocità di diffusione, rispetto al ceppo originario. An- che un ciclo vaccinale completo, pur garantendo un elevato livello di protezione in caso di infezione, ha minori capacità di proteggere dal rischio di infezione. Non a caso le regole di prudenza (distanziamento, mascherina, igienizzazione delle mani) vanno rispettate anche con il Green Pass. L’altra ricaduta dal punto di vista sanitario, indotta dal- la necessità di possedere il Green Pass, è stata evidentemente un rilancio della campagna vaccinale”.

Quali i servizi e le attività per cui è richiesto?
Nelle situazioni a maggior rischio di contagio fra le persone (tra gli altri, ristoranti e cinema dove si radunano molte per- sone per molto tempo) o in contesti (ad esempio negli ospedali, per accompagnatori o visitatori) che ospitano per- sone anziane o con patologie. Nel primo caso si tratta di una misura a tutela della comunità, nel secondo è la massi- ma tutela possibile di persone per cui l’infezione potrebbe avere conseguenze anche drammatiche”.

Una volta in possesso dei requisiti, come si ottiene il Green Pass?
Sono molti gli strumenti a disposizione per ottenere l’attestazione in modo semplice ma con elevati livelli di sicurezza sul controllo dell’identità e della condizione della per- sona. Molti fanno il percorso autonomamente, ma chi ha difficoltà a usare gli strumenti informatici, può rivolgersi al proprio medico o ad una farmacia, munito di Tessera Sanitaria. Nel sito della nostra Ausl, alla voce “Vaccinazione anti Covid-19”, selezionando “Informazioni Utili”, è consultabile la sezione “Certificazione verde Covid-19”“.

Alcuni segnalano difficoltà a scaricare il documento, in questo caso a chi rivolgersi?
Le Ausl trasmettono alla struttura ministeriale i dati sanitari prima elencati (tamponi, infezioni da Covid-19 attestate dalla positività dei tamponi, vaccinazioni) per il rilascio della Green Card. Se arriva una segnalazione da un concittadino (uno dei canali è il Call Center del Dipartimento di Sanità Pubblica 059-3963663), verifichiamo il corretto inserimento dei dati, anagrafici e sanitari, in nostro possesso. Se tutto è corretto, la competenza della struttura ministeriale che si può contattare per assistenza tecnica al numero 800 91 24 91 o all’indirizzo cittadini@dgc.gov.it. Per recuperare il codice AUTHCODE (codice che serve, insieme alla tessera sanitaria, per ottenere il certificato su www.dgc.cov.it) il numero è il 1500”.

Altro di rilevante da aggiungere?
Una tematica di attualità è costituita dai vaccinati all’estero. Se la vaccinazione è stata effettuata con uno dei quattro vaccini autorizzati da EMA e da AIFA, operatori dell’Ausl registrano i dati sull’anagrafe vaccinale regionale, per avere un corretto certificato vaccinale e per aggiornare il Fascicolo Sanitario Elettronico, e sul Sistema TS per il rilascio del Green Pass. Per ottenere questa regolarizzazione, occorre collegarsi al sito: https://www.ausl.mo.it/vaccino-covid-registrazione-dose. Attualmente, invece, in Italia non è previsto il riconoscimento di altre tipologie di vaccini non registrati e non autorizzati a livello europeo”.

 

di Patrizia Palladino

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