Cat Power – “Cat Power Sings Dylan”
Quella dell’album o del concerto tributo ad un disco importante del passato è una pratica che ha preso piede negli ultimi anni con risultati spesso interessanti. Ricordiamo ad esempio il rifacimento integrale di “Layla” dei Derek & the Dominos” da parte della Tedeschi Trucks Band o alla riproposizione del mitico “Blonde on Blonde” di Bob Dylan fatta dal gruppo bluegrass-rock Old Crow Medicine Show. A questa pratica non si è sottratta nemmeno Cat Power, al secolo Chan Marshall, una che con le cover ha sempre avuto una certa dimestichezza avendo pubblicato ben tre album, tutti di ottimo livello, basati sulla riproposizione di canzoni altrui. La cantautrice di Atlanta alla fine del 2022, alla Royal Albert Hall di Londra, ha riproposto integralmente il celebre concerto del 1966 di Bob Dylan, che di fatto segnò il passaggio dal folk acustico a quello elettrico. Un concerto pubblicato ufficialmente solo nel 1998 nella serie “Bootleg Series”. Una sfida non facile quella raccolta da Cat Power, dalla quale è uscita alla grande e il cui risultato si può ora riascoltare in questo doppio album.
La prima cosa da dire è che, a differenza di quanto ha fatto nei precedenti dischi di cover, la musicista della Georgia ha interpretato le canzoni di Dylan in maniera particolarmente fedele alle originali, quasi con una forma di rispetto. A rendere proprie queste interpretazioni ci ha pensato la voce intensa e calda della cantante, qui particolarmente ispirata. E poi anche la scaletta del concerto è riproposta fedelmente con una prima parte acustica nella quale la Power risulta particolarmente a suo agio (splendida la versione della lunga “Desolation Row”) ed una seconda in cui viene raggiunta sul palco da una band, che culmina nelle conclusive versioni di brani immortali come “Ballad of a Thin Man” e “Like a Rolling Stone”. Quello a cui ci troviamo di fronte è un vero e proprio atto d’amore da parte di Cat Power verso uno degli artisti che maggiormente l’ha influenzata e, anche per questo, va ascoltato con estrema attenzione.
di Giovanni Botti