Dion – “Girl Friends”
A quasi 85 anni, Dion Di Mucci, meglio noto come Dion, sta vivendo una fase finale di carriera sorprendente e tutta all’insegna del rock-blues. Autore di successo già negli anni ’50 e soprattutto ’60, spaziando dal pop, al doo-wop, al rock’n roll, il musicista newyorkese di famiglia italo-americana ha sempre mostrato un certo interesse per la musica nera con la quale, come lui stesso ha più volte raccontato, è cresciuto e si è formato, e nel suo repertorio live non sono mai mancati omaggi ai grandi del genere, da Willie Dixon a Jimmy Reed. Ma è soprattutto negli anni Duemila che ha cominciato a registrare dischi infarciti di blues e soul con una certa regolarità, a partire dall’ottimo “Son of Skip James” del 2007 e fino ai due più recenti lavori, “Blues With Friends” (2020) e “Stomping Ground” (2021), ricchi di grandi ospiti (Bruce Springsteen, Van Morrison, Paul Simon, Mark Knopfler ed Eric Clapton tra gli altri).
Il nuovo album, “Girl Friends”, vede Dion affiancato da una serie di blueswomen tutte decisamente più giovani, quasi a voler dimostrare che il rock-blues si adatta perfettamente anche alle voci femminili e, come del resto i due precedenti, suona fresco e rigenerante. A duettare o a suonare i propri strumenti assieme all’artista newyorkese ci sono alcune delle migliori rappresentanti del genere al femminile, a partire da Susan Tedeschi, che presta la propria chitarra (perché non la voce?) alla iniziale e vigorosa “Soul Force”, e fino a Joanne Shaw Taylor, una delle più toste musiciste blues della nuova generazione, che affianca la ancora potente voce di Dion nella conclusiva e vibrante “Just Like That”. Molto bello anche il duetto con la country-singer Carlene Carter nella ballata “An American Hero”, mentre la figlia d’arte Shemekia Copeland arricchisce con la sua voce soul una “Mama Said” dai profumi sixties. Da segnalare anche l’arioso country-pop “Stop Drop And Roll”, con la cantante della Florida Valerie Tyson, e la “rossa” Sue Foley che presta chitarra e voce alla piacevole “Hey Suzie”. Un bel disco, non solo per bluesmaniaci.
di Giovanni Botti
