Persone & Storie: Gus Savino, tra la musica e la medicina

Salernitano di nascita, Gustavo Savino, “ma gli amici mi chiamano Gus”, vive a Modena dal 2000. È il direttoredel Servizio di Medicina dello Sport dell’Azienda USL di Modena, oltreché coordinatore del centro regionale antidoping dell’Emilia Romagna. Ma è anche un musicista e un compositore, e ama suonare dal vivo.

Gus, partiamo dalla musica: sei un tastierista?
Nasco con il pianoforte per la verità, prima quello classico, poi dai 13-14 anni il blues mi ha conquistato. Ho studiato anche con alcuni maestri come Renato Costarella, pianista dei Napoli Centrale.

Tra Salerno e Napoli, sei cresciuto in un humus musicale molto stimolante, basti fare riferimento a Pino Daniele…
Ma anche James Senese e tanti altri. Quando ero adolescente, negli anni ‘80, potevo ancora respirare l’atmosfera del cosiddetto Neapolitan Power, un movimento di rinascita culturale che veniva dal decennio precedente. Musicalmente indicava un modo di reinterpretare la tradizione in chiave fusion con il rhythm&blues, il soul, etc.

Infatti suoni con i Nero a metà, giusto?
Sì, erano un gruppo già prima che arrivassi io, composto da soli modenesi e carpigiani. Davide Cambi, il cantante e fondatore del gruppo, ha da sempre una passione per Pino Daniele. Quando ci siamo conosciuti, ha deciso di allargare il gruppo. Sono entrato anch’io e mi sono sentito a casa.

Fai anche produzioni tue?
Suono anche con i Giallo Blues, e, sì, mi sto lanciando nelle mie produzioni personali. Due anni fa ho realizzato il mio primo disco “Tool Kit”, inteso come cassetta degli attrezzi da cui prendere quello che serve al momento. È un disco figlio del lockdown, con tutta una serie di amici che hanno collaborato a distanza, inviando ognuno le tracce dei propri strumenti. Poi ci ho preso gusto ed è nato un secondo disco: “SoleDonne”. È nato da un gioco: una bravissima cantante e musicista di Salerno con cui collaboro da quando ero ragazzo mi ha detto: ‘ma come, fai a cantare solo dei maschi e non mi consideri?’ Così il disco dà voce alle mie amiche cantanti.

Musica e medicina, come s’incontrano nella tua biografia?
In modo naturale: suonare mi aiuta a scaricare le tensioni che si accumulano nel corso della giornata lavorativa. Mi rilassa e mi permette una predisposizione migliore. Anche quando capita di suonare fino a tardi, il giorno dopo sono comunque carico per il lavoro.

La musica può essere anche terapeutica?
Certo, perché attiva dei meccanismi neuronali, sviluppa la produzione di neurotrasmettitori che aiutano ad amplificare le emozioni e a favorire atteggiamenti positivi. Esiste anche la musicoterapia che ancora in Italia non è così sviluppata, ma è una pratica molto diffusa in altri paesi. Addirittura alcuni credono che la musica possa migliorare la prestazione sportiva, che produca un positivo effetto ‘dopante’.

Quando sei arrivato a Modena?
Nel febbraio del 2000, quasi 24 anni fa. Ci sono arrivato per caso. Lavoravo alla casa di reclusione di Milano Opera. Un vecchio compagno di studi a Napoli, mi disse “prova a venire qui a Modena, c’è una buona Farmacologia”. Ho vinto un concorso ed eccomi qui. Mi ci sono trovato subito bene. Sono molto affezionato al Duomo che è coevo di quello di Salerno.

Da medico esperto, quali sono gli sport da consigliare?
Intanto un’attività motoria sportiva dovrebbe provarla chiunque, soprattutto nell’infanzia perché purtroppo oggi assistiamo a un fenomeno di analfabetismo motorio, cioè bimbi che non sanno né correre, né fare una capriola. Quindi tutte le discipline che appassionano, vanno bene. Oggi penso possa aiutare una pratica di socializzazione, quindi suggerirei un gioco di squadra. Modena è la patria della pallavolo, io stesso dal 2006 seguo squadre di volley femminile. La pallavolo è un ambiente dove si vive la socializzazione nelle sue espressioni più sane.

A proposito di sport al femminile: è meno ossessionato dalla prestazione di quello maschile?
Sì, perché le donne sono più attente alla propria salute e alla qualità della vita. Dimostrano una maggiore consapevolezza, anche rispetto agli integratori, molti dei quali non servono davvero. Una sala alimentazione ti preserva e ti dà tutto quello di cui hai bisogno.

Hai seguito anche il Modena Calcio: che esperienza è stata?
Molto positiva. Avevo tutta una serie di pregiudizi sul calcio, pensavo fosse uno sport troppo pieno di interessi economici, invece quel periodo mi ha permesso di conoscere ragazzi davvero in gamba, alcuni di loro ancora li sento: Alex Pinardi, Salvatore Bruno, Armando Perna, Giorgio Frezzolini.

La prossima data live?
Con i Nero a metà suoneremo il 19 gennaio al Ristorante Polisportiva Madonnina. Vi aspetto!

di Francesco Rossetti

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