Storie di Sport: Fabio Donadio, dal ‘triplete’ ai Summer Camp di Modena Volley

Fabio Donadio è una delle bandiere di Modena Volley: lo è stato da giocatore, e lo continua ad essere tutt’ora, dato che dal 2016 che svolge l’incarico di Team Manager. Inoltre è uno degli organizzatori e istruttori dei Summer Camp che partiranno i primi di giugno al Palapanini.

Donadio, anche per quest’estate avete organizzato i Summer Camp, come sono strutturati?
Abbiamo deciso di farne due quest’anno: quello classico che si svolge al Palapanini, dal 7 giugno fino al 16 luglio, che si divide tra il Mini camp (per i bambini dai 6 ai 10 anni) e il City camp (per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni); l’altro, invece, si tratta del Residential Camp, nella location di Montefiorino, che andrà dall’11 fino al 24 luglio. Residential, perché i ragazzi arrivano la domenica pomeriggio e rimangono lì fino al sabato. Gli orari, a Modena, sono dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 fino alle 17.30, con il pranzo che si farà al palazzetto.

Avete già molte richieste?
Si, abbiamo già delle iscrizioni, e molta gente e società interessate. Quest’anno siamo partiti prima, anche con la comunicazione, e siamo contenti per le iscrizioni e per l’interesse che si sta generando. C’è ancora posto, e siamo in attesa di capire che estate sarà. Siamo però fiduciosi di poter fare anche quest’anno un ottimo Camp.

Gli anni passati avete riscosso molto successo?
Molto, abbiamo avuto settimane con anche una sessantina di iscritti, praticamente il numero massimo di ragazzi che possiamo tenere al Palapanini. Sui Camp passati siamo stati molto contenti, ma anche su quello dell’anno scorso. Siamo riusciti a farlo nonostante mille vicissitudini, tra protocolli Covid e tutto il resto, e dare la possibilità ai ragazzi di allenarsi, giocare a pallavolo e trovare un po’ di socialità dopo aver passato tanto tempo in casa.

I ragazzi che hanno partecipato ai Camp, poi in seguito hanno cominciato a giocare nel settore giovanile di Modena Volley?
I nostri Camp non hanno l’obiettivo primario di trovare nuovi ragazzi per il settore giovanile. Però, ci tengo a dire, che molti ragazzi che hanno fatto il Camp, non avendo mai giocato a volley, l’anno successivo hanno iniziato a fare pallavolo. Questa è una cosa molto positiva e bella, perché vuol dire che noi istruttori abbiamo sicuramente lasciato qualcosa a questi ragazzi.

Com’è avvenuto, invece, il passaggio dal campo ad una scrivania?
Avevo ricevuto la proposta da parte della società di diventare Team Manager. Mi sono preso del tempo per decidere, ma alla fine ho scelto di accettare questo ruolo, anche se ero ancora molto giovane: infatti ho smesso di giocare a 28 anni. Però, guardando anche in avanti e pensando al mio futuro, ho deciso di cogliere quest’opportunità, per un ruolo che mi piace molto e mi ha sempre interessato.

Oltretutto si è ritirato nel migliore dei modi, dopo aver vinto lo storico “Triplete”…
Ho avuto sicuramente delle grandi soddisfazioni, pur giocando come secondo libero, prima di smettere e intraprendere un nuovo ruolo.

Quanto è importante, in una realtà come Modena, avere ex giocatori nella società?
Parlando della mia esperienza personale, è un fatto che mi ha aiutato. Ci sono dinamiche, come l’aspetto organizzativo della settimana e delle trasferte, che le vedi da un altro punto di vista. Inoltre, come membro della società, noti cose a cui da giocatore non facevi caso, o facevi fatica a capire.

Immagino che la stagione appena conclusa sia stata complicata anche dal punto di vista organizzativo…
Si è stata una stagione difficile, ma è stato così un po’ per tutti. Abbiamo dovuto affrontare l’emergenza Covid, con tutti i protocolli da seguire e i tamponi da eseguire. Per quanto riguarda le trasferte, invece, non è cambiato molto rispetto a prima: le ho sempre organizzate nello stesso modo. La cosa peggiore, però, è stato il fatto di aver giocato per tutto l’anno senza il pubblico.

Un barlume di speranza per la prossima stagione c’è, sia per quanto riguarda l’aspetto sportivo, sia per la riapertura al pubblico dei palazzetti…
C’è anche la necessità di riaprire gli impianti e tornare a vedere le partite. A Modena, soprattutto, giocare senza pubblico è molto difficile, ed è molto brutto: in determinati momenti, i tifosi gialloblù possono indirizzare la vittoria. Questo per me sarà un aspetto fondamentale. A livello di squadra, invece, i ritorni di Bruno e Ngapeth sono fondamentali: sono giocatori importantissimi, con i quali ho avuto la fortuna e l’onore di poter giocare. Ho un ricordo bellissimo di loro e di quello che mi hanno dato.

 

di Mattia Amaduzzi

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