Giornate Fai di Primavera, nel weekend diverse aperture a Modena e Finale

Torna il tradizionale appuntamento con le Giornate Fai di Primavera, organizzate per la prima volta nel mese di maggio, sabato 15 e domenica 16. Per l’occasione diverse saranno le aperture allestite: a Modena i Chiostri del Monastero di San Pietro ed un percorso tematico nel centro storico alla scoperta dell’ingente patrimonio legato alla street art; a Finale Emilia sarà possibile visitare il Ghetto ed il Cimitero ebraico, importantissime testimonianze della secolare presenza della locale Comunità Ebraica.

Nel weekend del 15-16 maggio 2021 la Delegazione Fai di Modena, il Gruppo FAI Giovani Modena, il Gruppo Fai Bassa Modenese, in stretta collaborazione con il Gruppo FAI Ponte tra Culture Modena, propongono un denso programma di aperture speciali, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Per questo motivo è obbligatoria la prenotazione online sul sito https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/

A Modena sarà possibile visitare il percorso “Fiori e profumi nel silenzio dei chiostri” presso il Monastero di San Pietro. Il Cortile della Spezieria e l’attigua Spezieria e il Museo dell’Abbazia sono stati interessati da un ampio lavoro di recupero promosso dai Padri Benedettini. In particolare il Cortile, tra il 2000 e il 2014, ha recuperato la sua conformazione di giardino caratterizzato dalla fontana ipogea, che alla fine dell’800 era stata sepolta, e da grandi aiuole quadrangolari già funzionali all’attigua spezieria monastica, che costituiva un tempo il filtro tra lo spazio riservato alla clausura monastica e quello riservato all’accoglienza e alla cura pubblica. Il monumentale Chiostro grande, che per via delle soppressioni sia napoleoniche sia postunitarie era stato adattato a caserma, oggi è in parte oggetto di un progetto di recupero che interessa al momento il lato sud ed è promosso grazie all’intervento di alcuni mecenati e all’operazione ArtBonus, i cui primi risultati verranno per l’occasione illustrati.

Sempre in città, l’apertura proposta dal Gruppo FAI Giovani di Modena prevede una passeggiata lungo le vie del centro storico cittadino per raccontare la storia dell’architettura urbana di Modena e il suo collegamento con la street art. Sono previste tre tappe principali che toccheranno Piazza della Pomposa, Via Carteria e il Complesso di Santa Chiara, in cui verranno raccontati gli interventi artistici, le biografie, la visione artistica degli autori e il loro rapporto con gli edifici storici.

A Finale Emilia il weekend sarà dedicato alle testimonianze legate alla locale Comunità Ebraica. Sabato sarà possibile fruire un itinerario di visita nel Ghetto per scoprire una parte del Finalvecchio poco trafficata ma suggestiva; nelle sue strette viuzze, con uno sforzo dell’immaginazione, si possono ancora udire le voci dei bambini nei cortili interni, i canti nella Sinagoga, i profumi delle prelibatezze cucinate dalle donne. I confini del Ghetto sono la via Trento Trieste (dove anticamente scorreva il Panaro), la via Torre Portello e la via Ventura. La conformazione dell’area rese assai agevole la chiusura del Ghetto, per la quale furono sufficienti due porticine – una in Via Torre Portello accanto alla Torre dei Modenesi e una all’inizio del Portico del Ghetto -, un portone per i carri all’incrocio di Via Torre Portello con via Ventura, e quattro muri aggiuntivi.

Nella giornata di domenica si aprirà invece il Cimitero ebraico. Vi si entra attraverso un cancello in ferro battuto, originario dell’inizio del ‘900, recante sulla sua sommità la Stella di Davide, all’interno della quale è incisa la parola Shalom. La disposizione delle lapidi, tutte orientate in direzione sud-est, verso Gerusalemme, divide idealmente lo spazio in due parti: a ovest le ventidue sepolture più antiche, caratterizzate da iscrizioni in ebraico; a est quelle più recenti (trentacinque in totale), con iscrizioni in italiano oppure bilingui, cioè in italiano e in ebraico. Al centro si trova la lapide del fondatore del cimitero, il banchiere Donato Donati, che nell’anno 1600 ottenne dal Duca Cesare d’Este la licenza di seppellire i morti ebrei in un terreno da lui acquistato. Alcune personalità illustri sono legate da vincoli di parentela a questo luogo, anche se non vi sono sepolti fisicamente: il generale Rubino Ventura, che nell’Ottocento ebbe fortuna nel regno di Lahore, il noto librettista Clemente Coen, il giornalista Arrigo Levi, discendente diretto di Donato Donati. Dopo anni di abbandono durante i quali il cimitero era diventato una discarica abusiva, nel 1987 i volontari del Gruppo Culturale R 6J6, sostenuti dal patrocinio di Rita Levi-Montalcini e un importante restauro conservativo, realizzato nel 2015, restituirono dignità al luogo sacro e lo resero accessibile ai visitatori.

Per il programma completo si può consultare il sito www.fondoambiente.it

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien