Dal 14 novembre 2023 al 17 marzo 2024 le Gallerie Estensi presentano una mostra unica, Maria Pedena. La triste storia di una bella bambina, che presenta al pubblico attraverso disegni e stampe la vicenda di un femminicidio avvenuto a inizio ‘800 a Modena. Il 1 luglio 1827 la quindicenne Maria Regina Pedena venne assalita ed uccisa dal vicino di casa, il liutaio Eleuterio Malagoli. Questo episodio di cronaca nera sconvolse l’intera città ed ebbe una notevolissima eco in tutta la penisola, tanto che la giovane vittima, che perse la vita per cercare di scampare allo stupro assurse a simbolo di purezza e castità. Ancora oggi la storia è ricordata da una lapide commemorativa a Modena in via Donzi, dove si svolse il delitto.
Nei mesi e negli anni successivi alla morte della ragazzina, la memoria della vittima e della violenza subita crebbe attraverso la diffusione di stampe, di collezioni di poesie e di memorie che sottolineavano la purezza della vittima descrivendo la sua morte come una scelta. Secondo questo resoconto dei fatti, la Pedena decise di farsi uccidere piuttosto che cedere alla passione del Malagoli. In questa narrazione la bambina da vittima divenne così eroina di virtù femminili. Una narrazione in cui il candore e l’innocenza salvaguardate valgono una vita, tanto che nel tempo il mito dell’eroico sacrificio di Maria Regina Pedena venne assimilato ad un martirio e fu pertanto possibile avviare un processo di beatificazione.
A cura di Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, la mostra raccoglie il materiale documentario e artistico ispirato a Maria Regina Pedena nelle collezioni delle Gallerie Estensi. La collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena ha permesso l’inclusione di prestiti importanti. In particolare saranno presentate in mostra due disegni realizzati a penna e inchiostro su carta ad opera di Giovanni Busato pittore di fama, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia che a seguito del forzato esilio politico trovò favore anche presso la corte degli Zar di Russia. Le carte, acquistate dalle Gallerie Estensi nel febbraio del 2023 grazie alla donazione dell’Associazione Amici delle Gallerie Estensi, sono due di quattro disegni che ispirarono una serie di stampe pubblicate da Stefano Minesso a Venezia. Le carte erano accompagnate da un librettino in cui la vicenda illustrata dalle incisioni veniva illustrata da quattro sonetti: un sonetto per ogni momento dell’aggressione.
La serie completa delle stampe così come il libretto di accompagnamento saranno esposti in mostra insieme ad altri volumi che raccolgono le poesie composte in onore della Pedena nei mesi successivi all’uccisione. Completano la rassegna materiali inediti di grande valore documentario come una lettera autografa scritta dalla bambina al padre un anno prima della sua tragica fine, la lettera che il Malagoli scrisse alla moglie prima di suicidarsi, l’annuncio pubblico del Duca Francesco IV della sentenza postuma contro il Malagoli, insieme al cartello apposto alla forca in memoria dell’omicida. La gloria postuma della Pedena, infine, sarà ricordata da una copia del rilievo funebre ad opera di Luigi Mainoni del 1834 e dedicata a “colei che dalla sua castità ha guadagnato la sua Gloria”.
Una mostra che in questo momento diventa importantissima come testimonianza di quanto le donne siano sempre state, e continuino ad essere vittime di insensata violenza in società di stampo patriarcale. Oggi come allora infatti la minaccia della violenza sulle donne colpisce la società e il benessere di oltre metà della popolazione. Oggi come allora, la percezione della minaccia come evento esterno e accidentale frutto di un amore malato crea distorsioni conoscitive che di fatto rendono la vittima innocente solo con la sua morte. Questa mostra dossier, organizzata in concomitanza con la giornata contro la violenza sulle donne, mette in luce le radici storiche di un problema purtroppo ancora molto molto attuale. “L’analisi dei documenti inerenti al tragico caso di Maria Pedena, ci dice che purtroppo il femminicidio non cambia mai pelle, e che oggi così come duecento anni fa la vittima non è mai innocente a priori, come dovrebbe essere, ma si cerca sempre un motivo per celebrarla o per condannarla” afferma Martina Bagnoli, direttrice della Gallerie Estensi e curatrice della mostra. “La storia di Maria Pedena in fondo racconta anche questo”.