Libri: “Bella!”, il Mondo di Maria Ragazzi, tra parole e immagini

Il mondo di Maria Ragazzi, una donna che dal 2008, in seguito ad un incidente, vive in un letto senza potersi muovere e comunica soltanto attraverso un occhio, quello che ha dentro e quello che vede ogni giorno davanti a se, la sua voglia di vivere. Il tutto interpretato da due grandi artisti, il fotografo Luigi Ottani e il pittore Giuliano Della Casa, con una serie di opere che si abbinano ed intersecano con i pensieri stessi di Maria, con le parole da lei scritte attraverso uno speciale computer. Questo è “Bella!”, un libro edito da Artestampa che unisce parole e immagini e suscita diverse emozioni. “Non è stato semplice rappresentare il mondo di Maria – spiega Luigi Ottani – perché i luoghi che lei frequenta non sono né tanti né variegati. Sono una stanza in cui lei vive su un letto pieghevole con di fronte suo marito in condizioni anche peggiori delle sue, gli strumenti medici che ha intorno e il computer con il puntatore che utilizza per comunicare. Nelle pareti invece c’è un po’ il racconto di lei, una sua foto da giovane, il poster di Vasco Rossi di cui è molto appassionata e qualche lettera o biglietto che qualcuno le ha lasciato. E poi c’è una finestra e io ho cercato di fotografare anche quello che lei vede da una RSA. Ho provato a immedesimarmi nella sua vita, in quello che si trova davanti tutti i giorni tra quelle quattro mura”.

Come sei entrato nel progetto di “Bella!”?
Guarda, quando Carlo me l’ha proposto ho detto subito di si. In passato mi era capitato di fare un lavoro fotografico per i malati di SLA e mi aveva colpito molto. Quando ti trovi di fianco a Maria in certi momenti hai la sensazione che lei non sia cosciente. In realtà poi, mentre sei lì, lei ti scrive una frase o ti saluta e ti accorgi che sta seguendo perfettamente quello che fai. Ho ringraziato Carlo per avermi coinvolto perché quando esci da questo incontro silenzioso, quasi senza accorgertene, ti ritrovi arricchito”.

Maria ha visto le foto? Le sono piaciute?
Si, abbiamo fatto una selezione e Carlo Bonacini, l’editore, gliele ha fatte vedere. Lei ha anche contribuito alla scelta. Io non ho fotografato lei, ma il suo mondo. Spesso vedere immagini di un malato in quelle condizioni stimola una sensazione di pietismo che è proprio l’opposto di quello che volevamo suscitare noi con questa pubblicazione”.

Giuliano Della Casa, da dove sei partito per arricchire le foto e rappresentare il mondo di Maria?
Io non ho mai visto la signora Maria, ma mi sono rifatto esclusivamente alle foto di Luigi. Ho cercato di giocare in un modo estremamente leggero affidandomi alla mia fantasia. Ci sono delle immagini potenti che fanno capire che dietro c’è una situazione drammatica, io ho cercato di minimizzare la tragedia, ironizzando in un modo forse anche un po’ banale. Per fare un esempio la sacca della trasfusione del sangue l’ho ‘riempita’ di lambrusco con le bollicine. Un po’ di leggera ironia per alleviare la sofferenza”.

Se ho capito bene hai dovuto lavorare direttamente sulle foto di Ottani…
Della Casa: “Esattamente. Lavorare su una carta lucida come quella di una foto non è semplice. Era necessario che la stampa venisse bene, ma io dovevo far venire bene anche l’acquerello. Direi che alla fine sia venuto abbastanza bene”.

Tra di noi – interviene Ottaninon abbiamo fatto riunioni o incontri, abbiamo deciso di lasciare lavorare Giuliano a mano libera, il valore aggiunto è stato proprio quello. Imbrigliarlo dentro idee nostre sarebbe stato sbagliato”.

E’ stata una libertà equivalente, la sua e la mia – specifica Della Casaquesta è la cosa importante. E’ un modo di lavorare imprevedibile, ma se funziona riesce a rendere contenti tutti”.

Maria come ha reagito vedendo le opere? E i suoi testi ad esse collegati come sono stati abbinati?
Gliele abbiamo sottoposte e lei le ha accettate anche col sorriso – risponde l’editore Carlo Bonaciniin particolare le è piaciuta molto quella con la sua testa ripresa da dietro sopra la quale Giuliano ha disegnato un nido. Per quanto riguarda i testi è stata lei stessa a scegliere gli abbinamenti con l’aiuto della logopedista. L’obiettivo era quello di far parlare lei attraverso le immagini e la sensibilità di due artisti”.

Avete in programma iniziative legate al libro?
Visto che non sono opere, diciamo così, ‘replicabili’ – spiega Ottaninon sono cioè ristampabili come le normali fotografie, l’idea sarebbe quella di organizzare una mostra dove poter magari anche fare un’asta. Dobbiamo ancora mettere a fuoco il progetto e capire in quale occasione farla”.

E qualche presentazione?
Sicuramente era nei programmi – interviene Bonacini poi, visto il periodo particolare in cui è uscito il libro, è ancora tutto da definire. Siamo un po’ vincolati anche da Maria. Il libro precedente (“Ascoltami” ndr), l’avevamo presentato al circolo del Tennis, dove Maria e suo marito erano soci, ma anche all’Ospedale di Reggio, sempre con lei presente. Vedere una donna come Maria, con quello che le è successo, che dice “La vita è bella” è davvero un bellissimo messaggio”.

di Giovanni Botti

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