Il disco della settimana: “Hackney Diamonds”, l’atteso ritorno dei Rolling Stones

The Rolling Stones – “Hackney Diamonds”

C’era un’attesa quasi spasmodica intorno all’uscita del nuovo album dei Rolling Stones, il primo con canzoni inedite dal deludente “A Bigger Bang” del 2005 (ma in mezzo c’è stato il bel tributo al blues “Blue & Lonesome”). Un’attesa ulteriormente accresciuta dai due singoli lanciati sulle piattaforme streaming, il classico rock alla Stones di “Angry” e soprattutto gli oltre sette minuti della splendida ballata “Sweet Sounds of Heaven”, intrisa di soul e gospel, con una convincente Lady Gaga a duettare con Mick Jagger. Dallo scorso venerdì 20 ottobre, giorno di arrivo nei negozi di “Hackney Diamonds”, addetti ai lavori e appassionati si sono divisi in maniera piuttosto netta tra chi lo considera un mezzo capolavoro e chi lo critica o addirittura lo stronca definendolo troppo “laccato” e lontano anni luce dai grandi album dei ‘70.

Che il nuovo lavoro degli ormai 80enni Jagger e Richards non potesse essere paragonabile a dischi registrati oltre 50 anni fa era prevedibile, a sorprendere sono la freschezza del suono delle 12 canzoni (il produttore è Andrew Watt, già in consolle con Elton John) e soprattutto la voce integra e intensa di Jagger, quasi come se gli anni, per lui, non fossero passati. Quello a cui ci troviamo di fronte è, a parere di chi scrive, il miglior album degli Stones dai tempi di “Voodoo Longue” del 1994, con un equilibrato mix di ballate, tosti rock’n’roll con grandi riff chitarristici e funky-rock che fanno venire la voglia di ballare (“Mess it Up”, ad esempio sembra riportarci ai tempi di “Miss You” e dell’album “Some Girls”).

Tra gli ospiti c’è anche l’antico rivale Paul McCartney, che presta il suo basso alla tosta e quasi hard “Bite My Head Off”, mentre dietro la batteria, al posto del compianto Charlie Watts (che compare ancora in un paio di brani), c’è una certezza come Steve Jordan. Tra le canzoni segnaliamo anche la bella ballata “Depending on you”, la potente “Whole Wide World”, dall’andamento quasi New Wave, e il classico acquerello di Richards “Tell Me Straight”. Da ascoltare senza pregiudizi.

di Giovanni Botti

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