Il disco della Settimana: “Orpheus Descending”, nuovo lavoro di John Mellencamp

John Mellencamp – “Orpheus Descending”

A quasi 72 anni John Mellencamp ha ancora tanto da dire e lo dimostra la prolificità che lo sta caratterizzando negli ultimi anni. Dopo un album di ottimo livello come “Strictly a One-Eyed Jack”, il musicista dell’Indiana è tornato subito al lavoro e ha pubblicato a un solo anno di distanza, un disco, se possibile, ancora più interessante. Si intitola “Orpheus Descending” e contiene undici nuovi brani che proseguono il discorso sia tematico che musicale del predecessore. La musica dell’ex Coguaro è sempre più spostata verso un sound folk-roots, con spunti rock e blues tra i solchi e una voce talmente arrochita da ricordare, in certi pezzi, quella di Tom Waits (l’intima ballata pianistica “Understated Reverence”). Un disco scuro, intenso, intrigante questo “Orpheus Descending”, che dimostra come Mellencamp sia ancora in grado di emozionare e di tenere l’ascoltatore incollato, e non è poco in un’epoca in cui spesso si tende a saltare di continuo da una canzone all’altra e da un autore all’altro.

Questo perché la sua è musica vera e sincera, senza artifici di nessun genere, nella quale racconta sé stesso, la vecchiaia, il passare del tempo e un paese, gli Stati Uniti, sempre più pieno di contraddizioni. E la canzone che apre il disco, il rock di matrice southern “Hey God”, lo vede particolarmente critico nei confronti del suo paese, in particolar modo dell’uso fin troppo diffuso delle armi. Ma i pezzi più belli del disco sono, a parere di chi scrive, le ballate roots nelle quali Mellencamp è ormai un maestro, come la splendida “The Eyes of Portland”, che ricorda il miglior Springsteen o lo Steve Earle più ispirato. Allo stesso filone appartengono anche la conclusiva “Backbone” e la lunga e bellissima “Lightning and Luck”, forse il brano migliore dell’album, con il violino di Lisa Germano a dipingere suoni e voci femminili ad affiancare quella sofferta di Mellencamp. “Orpheus Descending” è un disco che si ascolta tutto, dall’inizio alla fine, e viene la voglia subito dopo di farlo ripartire. Da non perdere.

di Giovanni Botti

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